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Conor McGregor aggredisce Francesco Facchinetti

McGregor, il video dell’hotel è scottante: “C’è qualcosa da nascondere e non è l’aggressione”

Francesco Facchinetti si sta riprendendo a fatica dalla violenta aggressione subita sabato scorso per mano di Conor McGregor in una saletta privata di un lussuoso hotel di Roma. Il produttore milanese ha chiesto più volte all’albergo il video delle telecamere interne, facendo capire che in quelle immagini c’è dell’altro, molto altro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Conor McGregor è "un drogato ed alcolizzato" – per citare la descrizione della leggenda delle MMA fatta da Benjamin Mascolo – ma anche un pericolo pubblico, un soggetto che va fermato al più presto nell'interesse della comunità, visto che potrebbe ripetere con chiunque altro la devastante aggressione fatta senza alcun motivo a Francesco Facchinetti nella notte tra sabato e domenica. Sono questi i concetti espressi a caldo dopo la bruttissima vicenda dal 41enne produttore milanese e poi ribaditi più volte nelle scorse ore, supportato nel ragionamento dall'amico Benji, che è stato il primo ad insistere perché denunciasse il lottatore UFC.

Molti dubitavano che Facchinetti avrebbe dato seguito effettivamente alla denuncia ed invece l'atto è già stato presentato, come ha mostrato lui stesso in una storia su Instagram: "Pensate che qualcuno credeva che io scherzassi… qui dentro c'è tutto quello che è accaduto dalla A alla Z". Nessuna esitazione, del resto Facchinetti poche ore fa aveva dichiarato a Radio 105 che non sarebbe tornato sui suoi passi neanche nel caso in cui qualcuno avesse cercato di ‘comprare' il suo silenzio: "Se dovesse chiamarmi l'avvocato di McGregor e offrirmi 10 milioni di euro, 10 santissimi milioni di euro per ritirare la denuncia, io direi di no. Non mi interessa niente dei soldi, anche perché ho mal di testa tutto il giorno, devo portare questo collare 8 ore al giorno per 16 giorni, ho un trauma cranico, ho una distorsione al rachide cervicale. Io porto avanti la denuncia e ne parlo perché non possa succedere ad altre persone. Quello è un uomo altamente pericoloso, vederlo davanti ai tuoi occhi è un altro conto rispetto a leggere di lui. È dannatamente pericoloso per gli altri. Se potessi tornare indietro nel tempo, quel sabato non andrei lì".

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Già, lì. Ovvero all'hotel St. Regis di Roma, dove McGregor aveva invitato Benji e la moglie, assieme ad altri amici tra cui Facchinetti, per fare festa con loro fino a notte fonda in una saletta privata. Poi l'esplosione di violenza improvvisa ed immotivata, materializzatasi sotto forma di un cazzotto in pieno volto che ha fatto volare il DJ dall'altra parte della stanza. Facchinetti nella denuncia si fa forte dei tanti testimoni presenti, ma si aspetta anche che il St. Regis metta a disposizione il video delle telecamere interne, che non dovrebbe mancare in un albergo di livello così alto. Nei giorni dopo l'aggressione, il produttore ha chiesto un paio di volte all'hotel di fornire le immagini, instillando tuttavia anche il seme del sospetto.

"Il mio avvocato ha chiesto il video dell'aggressione al St. Regis Hotel. Visto che il tutto è avvenuto non in una camera, ma in una sala riunioni, se non ci danno tutti i video forse c'è qualcosa da nascondere… e non è solo l'aggressione. Io ho molti testimoni che sono pronti a dire tutto quello che è successo", aveva scritto Facchinetti lunedì in una storia su Instagram. Concetto ripetuto qualche ora fa in un'altra storia: "Visto che per qualcuno la mia parola, la parola di mia moglie, la parola di Ben e degli altri testimoni ‘NON CONTANO NULLA' facciamo che aspettiamo il video del St. Regis. Sono curioso di cosa succederà dopo che verrà reso pubblico. PS Speriamo di non aver sorprese del tipo ‘Ci scusiamo ma il video della sala dove è accaduto il fatto non lo abbiamo' ".

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Insomma Facchinetti fa capire che dietro potrebbe esserci altro, molto altro: ma cosa? Perché l'hotel St. Regis – che a Fanpage ha assicurato "totale supporto alla polizia nelle indagini" – dovrebbe non divulgare il video o negarne addirittura l'esistenza? Le parole del DJ alimentano le più svariate teorie del complotto dilaganti sui social, da quella più ovvia – alla luce dell'accusa di far uso di stupefacenti – della presenza di abbondante droga, a quella secondo la quale quella notte a Roma in quella saletta c'era qualcun altro. Qualcuno di molto importante, qualcuno da coprire.

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