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La storia prodigiosa del quarterback cieco: conosce movimenti e posizioni dei compagni a memoria

Jasen Bracy ha 15 anni ed è completamente cieco da quando ne aveva 7: tutto quello che riesce a distinguere è se sia giorno o notte. Eppure questo ragazzo è il quarterback titolare della sua squadra di football americano: lancia in touchdown i compagni con lanci precisissimi. “Non ho mai usato neanche una volta come scusa il fatto che non riesco a vedere. Non l’ho mai fatto, non lo farò mai”, racconta fiero di non essersi piegato alla vita.
A cura di Paolo Fiorenza
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Credit: CNN
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Spesso usiamo la parola incredibile a sproposito, ma stavolta davvero non ce ne viene in mente una diversa: la storia di Jasen Bracy sarebbe difficile da ritenere possibile, se non ci fossero i video a provare che sì, è tutto vero. Questo ragazzo di 15 anni gioca da quarterback nella sua squadra di football americano pur essendo completamente cieco. Se è vero che quando si è privi di un senso si espande al massimo tutti gli altri, portando la percezione del mondo esterno ad un livello superiore, Jason incarna alla perfezione il concetto.

Jasen è cieco da quando era un bambino. Quando aveva un anno gli fu diagnosticato un retinoblastoma, un tumore maligno della retina. Nei successivi sei anni ha ricevuto numerose cure, ma nessuna ha avuto successo. Al suo settimo compleanno era completamente cieco. Tutto quello che può dire è se sia giorno o notte. Nonostante sia cresciuto senza avere la vista, Jasen non si è mai sentito limitato nell'inseguire i suoi sogni, uno dei quali era appunto diventare quarterback, ovvero il giocatore più importante della squadra, che manda i compagni in touchdown con lanci precisi al millimetro.

Ma come fa un ragazzo completamente cieco a trovare i suoi ricevitori con tanta precisione? Il 15enne quarterback titolare dei Modesto Raiders non si fa mancare nulla: passa la palla, va lui stesso in touchdown e si scontra con durezza contro gli avversari. Jasen ha memorizzato ogni gioco del playbook, inclusa la posizione che ogni giocatore deve avere in campo. "Sa dove essere, dove passare la palla, dove sarà il compagno, sa come far segnare punti alla sua squadra", spiega l'allenatore alla CNN. Jasen ha dimostrato che gli avversari farebbero meglio a non sottovalutarlo, quando lo scorso settembre ha portato alla vittoria i Raiders correndo lui stesso in touchdown.

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"Non ho mai usato neanche una volta come scusa il fatto che non riesco a vedere. Non l'ho mai fatto, non lo farò mai – racconta Jasen, che vive a Modesto, in California – Ho detto alla mia squadra che l'unica differenza tra me e l'altro quarterback è che ha un numero diverso, e basta". Di solito gli avversari non si rendono neanche conto che il ragazzo è cieco e se non lo sanno già lui dice non nulla: "Non glielo dico, né prima né dopo la partita, quindi non pensano nemmeno ad essere più morbidi. Io sono il quarterback, e uno dei compiti del quarterback è guidare la squadra. Come leader, devo prendere il controllo di questa squadra, guidarli attraverso momenti buoni e cattivi, non importa la situazione che devo superare. E sono duro come il ferro. Giocherò duro. Non ci sono limiti e se c'è qualcosa tra me e il mio obiettivo, scoprirò come aggirarlo o superarlo".

No, non è incredibile. La storia di Jasen Bracy è umana, profondamente umana. E ci fa capire quante risorse abbiamo e possiamo mettere in gioco, quando la vita vorrebbe convincerci del contrario.

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