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Kate Antropova racconta il suo 2025 ‘mondiale’: “Un anno di sogni realizzati. Turchia? Penso al presente”

Ha vinto tutto, senza mai sentirsi arrivata. Dall’oro mondiale con l’Italvolley al Mondiale per club con Scandicci, passando per la sua crescita tecnica e il lavoro mentale, Kate Antropova racconta a Fanpage.it il suo 2025 e il presente di una campionessa che pensa solo a migliorare.
A cura di Vito Lamorte
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Non alza mai la voce, non rincorre etichette, non si lascia sedurre dai riflettori. Kate Antropova parla come gioca: con lucidità, misura e una chiarezza che sorprende quanto la potenza dei suoi colpi. Il 2025 l’ha consacrata definitivamente sulla scena mondiale, tra i successi con l'Italvolley e la Savino Del Bene Scandicci, con una continuità di rendimento che l’ha resa una delle opposte più dominanti del panorama internazionale. Eppure, ascoltandola, non c’è traccia di appagamento: solo la volontà di aggiungere un colpo in più, una lettura migliore, un dettaglio da limare. A Fanpage.it Kate Antropova racconta un anno straordinario senza retorica, parlando di lavoro mentale, ambizioni ancora aperte e di una crescita che, per lei, è appena cominciata.

Siamo a fine anno: che 2025 è stato per Kate Antropova, a livello personale e sportivo?
"Un 2025 pieno di sogni realizzati. Non ho ancora fatto un vero resoconto perché siamo sempre in giro, tra un impegno e l’altro. Probabilmente riuscirò a farlo solo nei pochi giorni liberi che avremo. Dal punto di vista sportivo però non posso lamentarmi: tante competizioni giocate e tante vinte".

H  fatto la doppietta mondiale, con la Nazionale e con Scandicci. La sensazione è che Antropovoa abbia fatto un salto di status a livello internazionale. Lo percepisci anche lei?
"Onestamente no, non ci penso molto. Mi fa piacere se viene riconosciuto dagli altri, ma cerco di lasciare a loro questo tipo di giudizio".

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Si parla spesso della sua potenza e della sua fisicità, ma dietro c’è anche tanto lavoro tecnico e tattico. Come ti descriveresti oggi come giocatrice?
"Sicuramente la potenza è uno dei miei mezzi principali per fare punto, essendo un’opposta. Però sto cercando di variare di più il mio gioco, aggiungendo colpi diversi. Solo con la potenza, soprattutto ad alto livello, non sempre basta. Le grandi giocatrici sono difficili da affrontare perché hanno tantissime soluzioni".

Su quali aspetti sente di poter crescere ancora?
"Su tutti, assolutamente. In difesa voglio migliorare ancora, essere più reattiva e leggere meglio le situazioni. Non voglio scuse legate all’altezza: non voglio essere un bersaglio facile per le altre squadre. Anche in battuta posso crescere, aggiungere soluzioni diverse per essere più imprevedibile. Ho ancora tanto margine in ogni fondamentale".

Negli ultimi mesi sembra sempre dentro la partita, anche dopo errori o momenti difficili. Da dove nasce questa solidità mentale?
"Dal lavoro mentale. Lavoro con uno specialista da più di tre anni e per me è fondamentale. Spesso si parla di lavoro fisico, tecnico e tattico, ma quello mentale può fare davvero la differenza ad alto livello. È come avere un colpo in più".

Ha vinto tutti i premi di MVP nei trofei conquistati da Scandicci. Qual è il prossimo step?
"Pensiamo a una cosa alla volta. Ora c’è la Coppa Italia, ci sono i quarti da conquistare. In campionato ogni partita è difficile, nessuna è scontata. Il nostro allenatore ci tiene molto a questo aspetto: niente presunzione, mai abbassare la guardia".

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Dopo aver vinto in Europa e nel Mondo, c’è il desiderio di regalare a Scandicci anche un grande titolo italiano?
"Sicuramente sì. Arrivare spesso in finale è importante, ma vincere cambia tutto. Dopo tante volte in cui siamo arrivate vicine, finalmente abbiamo provato la gioia della vittoria. È una sensazione diversa, che ripaga tutti gli sforzi".

Si parla molto del suo futuro dopo le voci su un suo possibile trasferimento in Turchia. Vuole dire qualcosa a riguardo?
"No, preferisco non commentare e concentrarmi solo sulla stagione in corso".

Guardando al 2026, cosa si augura Kate Antropova?
"Prima di tutto la salute. Può sembrare banale, ma è la cosa più importante per reggere questi ritmi. Senza quella, tutto il resto diventa molto più difficile".

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