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Ekaterina Antropova: “Non capisco l’enfasi sull’abbraccio con Paola Egonu, che intendete dire?”

Ekaterina Antropova è stata una delle protagoniste della vittoria dell’Italia di pallavolo femminile nella Nations League. La 22enne giocatrice di Scandicci ha rimpiazzato Paola Egonu, che poi non è più rientrata: “Cosa intendete quando si parla di dualismo tra me e lei? Sono curiosa”.
A cura di Paolo Fiorenza
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La meravigliosa Italia di pallavolo femminile di Julio Velasco sa solo vincere: la striscia record delle azzurre è adesso arrivata a 29 successi di fila con 418 giorni di imbattibilità, dal 2 giugno 2024 al 27 luglio 2025, giorno in cui hanno battuto il Brasile vincendo la seconda Nations League consecutiva, con in mezzo lo storico oro delle Olimpiadi di Parigi. Nella finale della VNL giocatasi domenica scorsa in Polonia, decisivo è stato l'ingresso in campo di Ekaterina Antropova all'inizio del terzo set, quando il punteggio era di 1-1 e un set pari. La 22enne di origini russe, trasferitasi in Italia con la madre quando aveva 14 anni, ha avuto un impatto devastante sul match: 18 punti, di cui quattro muri e un ace. Velasco non l'ha tolta più, dunque Paola Egonu (che la Antropova aveva sostituito, sono entrambe opposto) è rimasta in panchina fino alla fine della partita, vinta 3-1 dall'Italia.

Ekaterina Antropova dopo la vittoria della Nations League con l’Italvolley femminile
Ekaterina Antropova dopo la vittoria della Nations League con l’Italvolley femminile

Ekaterina Antropova non vuole che si parli di dualismo con Paola Egonu: "Cosa si intende dire?"

Al momento del cambio, le telecamere hanno inquadrato Paola Egonu avere un piccolo gesto di stizza, del tutto comprensibile e che è finito lì. Alla fine del match, nella festa azzurra, Paola peraltro ha subito abbracciato Ekaterina. Una vicenda che la ragazza che gioca a Scandicci ha derubricato come assolutamente normale: "Com'è andata? Finita la partita, mi sono ritrovata con Paola che correva verso di me. Quindi sì, diciamo che non era una cosa studiata. E come alla fine di ogni partita ci siamo abbracciate tutte. Non capisco l'enfasi sull’abbraccio tra noi due, però va bene".

Parole in cui si percepisce una punta di fastidio per qualcosa che i media vogliono creare a tutti i costi: "Si parla di dualismo tra di noi? Sono molto curiosa – risponde la Antropova a ‘Repubblica' – quando si usa la parola dualismo cosa si intende? Siamo 14 in squadra e in 6 possono giocare, per forza qualcuna non gioca".

Paola Egonu festeggia la vittoria assieme a Monica De Gennaro e Sarah Fahr
Paola Egonu festeggia la vittoria assieme a Monica De Gennaro e Sarah Fahr

Quando le si spiega che per "dualismo" si intende "la rivalità tra due campionesse", la ragazza nata in Islanda da genitori russi prova a mettere un punto definitivo alla questione: "Ero curiosa di sentire la risposta. Ammiro tantissimo quel che riesce a fare Paola, forse è l'opposto più forte del mondo e riesce a realizzare cose incredibili. Lei, come Melissa Vargas, mostra qualcosa che non riuscirei a fare nemmeno se ci provassi 15 volte: non posso fisicamente, e quando lo vedo realizzarsi in allenamento posso solo dire: ‘wow'. Ma ricordiamoci che siamo in uno sport di squadra, conta questo anche se fai la partita della vita. Se si resta in campo meglio, altrimenti si fa il tifo con le compagne di panchina e basta". Velasco ha decisamente fatto un buon lavoro con queste splendide ragazze d'oro.

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