Gauff e l’odio sui social media: “È quanto di peggio possa capitare”, cosa le è successo

Coco Gauff torna a casa dal torneo di Berlino con il magone, per la sconfitta clamorosa subita contro Wang Xinyu, e altre brutte sensazioni provate, denunciate a causa della preoccupante frequenza di messaggi d'odio che riceve (alcuni, molto gravi, sono stati rivolti anche ai familiari). È andato tutto storto, tanto che il successo in finale al Roland Garros contro la Aryna Sabalenka sembra un ricordo così lontano nel tempo tale è l'amarezza. "Ho provato ad adattarmi al passaggio rapido dalla terra all’erba, ma non è bastato", è stato il commento concesso dopo l'eliminazione. Ma c'è dell'altro che le dà il tormento. È qualcosa di più grave di un incidente agonistico, inciampi del genere fanno parte del gioco. Quel che capita fuori dal campo, invece, colpisce duro dentro e non basta giocare un grande tennis per tenerlo a bada.
L'americana: "Minacciati di morte anche i miei familiari"
L'americana prende spunto dalla relazione congiunta di Wta e Itf sulla portata degli abusi online nel mondo delle racchette: la maggior parte dei quali sono aggressioni verbali, al limite dell'istigazione alla violenza, o addirittura minacce di cui i tennisti sono oggetto, spesso legate al filone delle scommesse.

Di recente è stata Katie Boulter a raccontare cosa è costretta a subire, ma i casi sono molti e avvengono anche in altre discipline. "Sono arrivate minacce di morte a me e alla mia famiglia – ha ammesso a Berlino -. Qualcuno ha scritto direttamente al mio compagno o, addirittura, ai miei amici. C'è di tutto… commenti razzisti, oscenità indicibili. Tutto questo è disgustoso. È la cosa peggiore che possa succederti".
Il controllo dei messaggi: "Vedo tutto, ma è difficile"
Gauff porta sotto i riflettori un argomento sui vorrebbe ci fosse maggiore attenzione e, al tempo stesso, anche una maggiore collaborazione da parte delle stesse piattaforme social per riuscire a bloccare quest'ondata di maltrattamenti ingiustificati e pericolosi. "È un problema su cui è giusto sensibilizzare sempre di più l'opinione pubblica e chi di dovere". Quali sono i canali presi d'assalto dagli haters? "Instagram", è in quest'ultimo solco che si scatena quanto di peggio ci possa essere. Ecco perché chiede un maggiore filtro da parte di chi gestisce questi social, a prescindere dall'opportunità o meno di limitare al massimo, fino a chiudere, i commenti pubblici. "Vedo e leggo tutto. Cerco di occuparmene personalmente, di filtrare certe parole – ha aggiunto -, ma non è facile riuscire a fare fronte a questa mole di messaggi e di persone".