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Malena sulle accuse a Siffredi: “Ai casting non c’erano attrici, ma donne. Se c’è un patto e non lo rispetti è stupro”

Malena è stata intervistata a Le Iene in merito alle accuse rivolte a Rocco Siffredi di abusi e violenze sui set dei suoi film. L’attrice, ormai lontana dal settore, ha dichiarato che quanto mostrato nel servizio non ha nulla a che vedere con un set professionale: “Erano donne, non attrici. Il no è un no sempre, anche su un set” ribadisce, pur sostenendo di non aver mai vissuto situazioni del genere.
A cura di Ilaria Costabile
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Continua l'inchiesta de Le Iene sulle accuse di abusi e violenze rivolte a Rocco Siffredi che, però, continua a smentire quanto dichiarato dalle attrici interpellate. A voler portare la sua testimonianza è anche Malena, una delle interpreti dei film per adulti più conosciuta in Italia, che ha lasciato il settore, ma da protagonista può giudicare le affermazioni delle ragazze intervistate con un occhio esperto, sostenendo in più occasioni che quanto visto nel servizio della trasmissione di Italia1 non ha niente a che vedere con un set professionale e che, infatti, non è così che dovrebbero funzionare le cose.

"Sono stanca del sistema, se ne approfittano tutti"

In apertura della sua intervista a Le Iene, Malena fa subito una precisazione: "Non sono mai stata violentata o abusata fisicamente, però se devo usare la parola tutela, sicuramente non c’è, anzi se ti permetti di dire che non lo vuoi fare più, vieni anche insultata", la performer continua dicendo: "Penso che quello che manca è una cultura su questa professione, fa comodo a tutti, dalle agenzie, ai produttori a tutto quello che ci gira attorno", motivo per cui ha deciso di portare anche la sua testimonianza: "Sono stanca del sistema, perché è un sistema basato sull’ignoranza e visto che io non sono ignorante, basta". Da quando l'attrice ha lasciato i set dei film a luci rosse, era stato proprio Siffredi a giustificare la sua scelta con delle problematiche personali di Malena che ha quindi replicato:

Non ho mai avuto problemi psicologici, sono sana come un pesce. Quando tu ti rendi conto che non vuoi fare questo lavoro, non c’è nessuno che ti dice “brava”. Dire che sei malata, che qualcosa che non va, è screditare la tua immagine, come se non vogliano che tu abbia un’altra possibilità in un contesto diverso.

Malena commenta i video mostrati a Le Iene: "Va condannato chi non si ferma al no"

In merito a quanto mostrato nel servizio de Le Iene, in cui sono stati divulgati spezzoni di video, casting, girati nello studio di Rocco Siffredi dove si sentono le giovani promesse dell'hard lamentarsi e dire ripetutamente "no" alla richiesta di perpetrare certe pratiche da parte dell'attore e regista, Malena commenta con franchezza:

Sono rimasta scioccata nel vedere quelle immagini, perché non è il set che io conosco, non è il set che ho vissuto. Non ho fatto casting con lui. Non ho mai difeso nessuno io. Mi sono immedesimata in quelle ragazze, non deve andare così. Se no è no, sempre. Ho girato su un set dove quando alzavo una mano, mi lamentavo, tutto si fermava. Ci sono i fotografi, chi cura le luci, una telecamera accesa h24. Quello è un ufficio dove le ragazze sono andate per fare casting. In quel momento erano delle donne, non erano ancora delle attrici, è questa la differenza. Se lo dobbiamo chiamare cinema per adulti, il cinema richiede una professionalità. Alla luce di quanto ho visto nel servizio non c’è niente di professionale, fino a quando non vengo riconosciuta come una lavoratrice non sono altro per la gente.

Siffredi, di contro, ha sempre rigettato queste accuse sostenendo: "Sono stato l’attore hard più premiato della storia, possibile che il mondo intero non si sia accorto che c’è uno stupratore davanti alla camera?". Malena continua il suo discorso dichiarando che ogni cosa andrebbe pattuita prima di portarla in scena, come succede nelle produzioni europee e americane, diversamente da quelle dell'Est Europa e aggiunge:

Se siamo due persone serie e c’è un patto, se io ti dico che quella cosa non la voglio fare, non la fai e poi la fai lo stesso o me la richiedi, a casa mia c’è un’altra parola, si chiama stupro. Quando tu sei nuda, sei indifesa, non sai che fare, poi incide il fatto di non essere richiamata, di fare una brutta figura con le altre attrici, io ci credo che una non ha la forza di dire no. Va condannato chi non riesce a fermarsi al no.

L'attrice, poi, commenta anche il presunto complotto che Siffredi ritiene sia stato ordito contro di lui: "Non ho nessuna questione di lavoro in sospeso con lui, ho lavorato per la Siffredi Production, non per Rocco Siffredi. Penso di aver dato tanto, in tutti i sensi, però sentirmi dire che fossi una delle ragazze che avesse deposto a suo sfavore, io non ci sto".

Le gang bang e la scomparsa del cugino di Rocco Siffredi

Altra tematica affrontata è quella delle gang bang, molto frequenti tra le produzioni di Siffredi che, però, stando a quanto dichiarato da Malena hanno preso una deriva completamente diversa dall'inizio:

Non vorrei sia stata di produrre troppo, la fretta. Nelle prime c’erano attori professionisti oltre ai non professionisti. Devi avere esperienza per poterlo fare, altrimenti ragazza si fa male e lo vive come un trauma. Ho sempre detto alle ragazze di non imitarmi, ma non sempre il consiglio veniva seguito. Ci sono delle tecniche alla base che a me, ai tempi, sono state insegnate. Per qualcuna di loro penso di essere stata un punto di riferimento e anche un punto di conforto.

L'attrice, poi, ricorda anche il cugino di Rocco Siffredi, Gabriele, secondo alcuni il deus ex machina di tutte le sue produzioni, scomparso di recente: "Tutto quello che ho fatto l’ho fatto con Gabriele è stata una persona fondamentale nel mio lavoro, mi ha guidata per farmi il meno male possibile". A questo proposito, quindi, alle ragazze che decidono di intraprendere questa carriera Malena consiglia di andare in America: "È tutto regolamentato" e al perché in Italia non siano mai state fatte delle leggi a tutela risponde: "Perché chi le rappresentava non le ha mai chieste". 

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