Il vaticanista a Propaganda Live aveva previsto il nuovo Papa: “Prevost è l’anti-Trump che non si vede arrivare”

"Eccolo, il nome che nun c'avevamo ancora". Diego Bianchi in arte Zoro sembrava sentirselo quando ha ascoltato la previsione del vaticanista di Repubblica, Iacopo Scaramuzzi, azzeccata incredibilmente nella puntata di venerdì scorso di Propaganda Live. Il giornalista aveva indicato il cardinale Robert Francis Prevost come possibile successore al soglio pontificio, lasciando stupito lo stesso conduttore Diego Bianchi. Del resto, nessuno se lo aspettava: Prevost era dato a 100 persino dai bookmaker inglesi.
La previsione di Iacomo Scaramuzzi
"Robert Francis Prevost è uno statunitense, ma è il meno americano di tutti. È l'esatto contrario di Trump, sarebbe anche un messaggio interessante per Trump. Ha vissuto vent'anni in Perù. Non lo si vede arrivare, ma potrebbe arrivare", aveva dichiarato Scaramuzzi durante la trasmissione di La7, dimostrando una conoscenza approfondita delle dinamiche interne al Conclave.
La reazione di Zoro
La predizione del vaticanista aveva colto di sorpresa anche il conduttore Diego "Zoro" Bianchi, che aveva commentato con la sua tipica ironia: "Eccolo qua il nome che non c'avevamo ancora…". Una battuta che, alla luce degli eventi successivi, assume ora un significato completamente diverso, evidenziando l'acume dell'analisi di Scaramuzzi. Particolarmente significativa appare oggi l'analisi del profilo di Prevost fatta dal giornalista. Definendolo "il meno americano" tra i cardinali americani e "l'esatto contrario di Trump", Scaramuzzi aveva colto un aspetto fondamentale della scelta del Conclave: la volontà di eleggere una figura che, pur essendo americana, rappresenti valori molto diversi da quelli incarnati dall'attuale presidente degli Stati Uniti. Il riferimento ai vent'anni trascorsi in Perù dal nuovo Pontefice sottolinea inoltre la sua vicinanza alle realtà della Chiesa latinoamericana, in continuità con la sensibilità mostrata da Papa Francesco per le chiese periferiche.