Fognini a Belve non sa chi è Bukowski: “Non mi è mai piaciuto leggere” poi attacca Volandri: “Non è stato uomo”

Fabio Fognini si presenta a Belve e nel giro di pochi minuti regala alla trasmissione di Francesca Fagnani uno dei momenti più imbarazzanti della stagione. Quando la conduttrice gli chiede se sa chi è Bukowski – lo scrittore a cui è stato paragonato come "il Bukowski del tennis italiano" – il tennista sanremese tergiversa, fa il gigione, prova a svicolare. Poi crolla: "Non mi è mai piaciuto leggere, quindi andiamo avanti".
La provocazione su Sinner: "Un pensierino a vivere la carriera alla Fognini lo farebbe"
L'intervista procede su binari altrettanto spericolati. Quando si arriva a Jannik Sinner, Fognini non si tira indietro: "Se fossi stato Sinner, ero molto più quadrato", aveva dichiarato in un'intervista. A Belve argomenta: "Sinner è il numero 1 al mondo, dammi il foglio che firmo. Però, averlo vissuto alla Fognini, Jannik un pensierino lo farebbe". È una provocazione che mescola ammirazione e narcisismo. Fognini rivendica la sua cifra stilistica, la spontaneità che secondo lui manca al numero 1: "Una cosa che io ho e che Sinner non ha, è la spontaneità. Sono vivace, allegro e dico le cose in faccia, sono diretto. Sinner è un carattere diverso, però firmerei per fare cambio con lui".
Gli attacchi di panico a Roland Garros: "Non sono mai stato così male"
Poi arriva il momento più crudo dell'intervista. Fognini racconta degli attacchi di panico, episodi che hanno segnato la sua carriera: "Credetemi, non sono mai stato così male in vita mia. Non sapevo cosa fare. Mi sono preoccupato tantissimo". Il primo episodio lo ricorda con precisione: "Quella volta era la prima volta, ero a Roland Garros alle due di notte. Dissi a Flavia: chiama il fisioterapista. Sono andato in panico". Solo grazie a uno specialista è riuscito a gestire il problema: "Ogni volta che uscivo da lui, volavo".
Lo scontro con Volandri: "Non ha avuto il coraggio di parlarmi"
Ma il vero regolamento di conti arriva quando si parla dell'esclusione dalla Coppa Davis nel 2023. All'epoca Fognini aveva promesso: "Quando mi ritiro dirò tutto e riderete". A Belve mantiene la parola.
C'è una cosa che mi ha fatto tirare le somme. Ero a Londra. Avevo deciso di ritirarmi, comunico ai miei agenti di fare questa cosa a Wimbledon. Organizzano questa conferenza stampa. La sera andiamo a cena, eravamo io coi miei due agenti e l'altro tavolino c'era Volandri con altre persone. Sono venute a salutarci e lui non ha avuto il coraggio di dirmi niente. Non mi ha detto niente, non ho nulla da chiarire. Non ho mai avuto confronti, ed è la cosa più ridicola. Essere uomini richiede il confronto e non c'è mai stato. Chiedetelo a Volandri perché mi hanno escluso. Non l'ho accettata e non lo accetterò mai. Nella vita se si hanno problemi si va e si risolve. Da uomini non c'è mai stato questo confronto.
Il ritiro deciso sul divano con una bottiglia di champagne
Il ritiro dal tennis è arrivato in modo quasi improvviso: "Prima del ritiro non ho pianto. L'ho deciso sul mio divano, l'ho comunicato a Flavia dopo essermi bevuto una bottiglia di champagne da solo". Eppure confessa:
Ho odiato tanto il tennis. Mi sono divertito solo nella mia ultima partita. Contro Alcaraz. E la sera prima mi sono detto: ti prego non farmi fare brutta figura. Sono contento così. Ho vissuto la mia carriera con alti e bassi e sono uscito a testa alta. Senza questo temperamento, avrei giocato in maniera diversa.
Flavia Pennetta, la gelosia e i rimpianti
Sull'amore con Flavia Pennetta, insieme dal 2007, Fognini mantiene il suo stile: "Lei era la numero 1 in Italia, ma non mi ha mai fatto soggezione. Il suo ex era Moya, numero 1? Erano altri tempi. Era un bellissimo ragazzo, come lo sono io. Però non sono stato numero 1 al mondo", dice sorridendo. Confessa di essere diventato più geloso da quando ha i figli. E chiude con un pensiero per i genitori: "Devo delle scuse a mamma e papà. Perché hanno perso quel Fabio d'infanzia e non se lo sono potuti godere, come magari avrebbero fatto".