
Dopo le polemiche seguite dall'allontanamento volontario (?) di Gabriele Corsi, Mara Venier sembra aver trovato la ricetta giusta (o il compromesso) per il cinquantesimo di Domenica In: Tommaso Cerno, Teo Mammucari e Enzo Miccio. Un giornalista, un comico e uno stilista. Manca solo il prete e abbiamo la barzelletta completa. Perdonate lo sfottò, nulla contro i tre in questione, ma è lecito il fatto che è un cast difficile da immaginare. Parliamo pur sempre di tre personalità che sulla carta non c'entrano nulla l'una con l'altra. La domanda è: funzionerà questa alchimia o sarà il caos più totale?
L'operazione nostalgia di zia Mara
Il cinquantesimo anniversario di Domenica In non è un traguardo qualunque. È la celebrazione di un format che ha attraversato generazioni, che ha saputo reinventarsi mantenendo sempre quella formula magica fatta di leggerezza, emozione e un pizzico di improvvisazione controllata. Si tratta, in ultimo, di un'edizione forte, molto forte, sul piano simbolico perché è la prima da quando Pippo Baudo non c'è più. Ecco allora che forse questa scelta, per quanto frutto di un compromesso con i vertici aziendali dopo il pasticciaccio Corsi, potrebbe essere frutto di un calcolo preciso.
Tre mondi diversi che si incontrano.
La vera sfida sarà vedere come questi tre universi riusciranno a convivere nello stesso studio. Immaginate Cerno che analizza l'attualità mentre Mammucari fa le sue gag mentre invece Miccio dice la sua sull'outfit di questo o di quel personaggio. Magari me la sto immaginando troppo basica, la situazione: potrebbe essere un disastro annunciato o la ricetta perfetta per battere Verissimo. Quello che pare sicuro è che questo dovrebbe essere il canto del cigno di zia Mara. Dal prossimo anno, passerà la mano. Forse è un po' rischioso un cast così per l'ultimo ballo, ma forse è proprio questo il punto. Quando sai che stai per salutare, puoi permetterti di tutto. Anche imporre formule, nomi e soluzioni.
