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“Dodici anni di inferno digitale”: la testimonianza shock di una vittima dei siti sessisti

Una donna racconta ad Agorà 12 anni di stalking dopo il furto di un video intimo: “Seguita per strada e sul lavoro da uomini che mi chiedevano altre foto, anche padri con bambini piccoli”.
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Negli studi di Agorà, il programma condotto da Roberto Inciocchi su Rai3, Marco Carrara raccoglie una testimonianza che gela il sangue e rivela l'abisso nascosto dietro i cosiddetti "siti sessisti". Una giovane donna, con il volto nascosto dalle telecamere, racconta un incubo iniziato nel 2013 e mai finito: dodici anni di persecuzioni digitali e reali che hanno trasformato la sua vita in un calvario quotidiano.

L'inizio dell'incubo

Tutto inizia nel 2013 con quello che sembrava un banale attacco informatico. Gli hacker penetrano nel suo cloud personale e si impossessano di contenuti intimi: un video privato girato insieme al fidanzato dell'epoca. Materiale che doveva rimanere nella sfera più riservata della sua vita privata, ma che invece diventa preda di una macchina spietata. Il video viene immediatamente condiviso sui forum sessisti che pullulano nel dark web italiano, piattaforme frequentate da migliaia di utenti che si scambiano materiale rubato, spesso accompagnato da dati personali delle vittime: nomi, cognomi, indirizzi, luoghi di lavoro.

Quando il digitale diventa realtà: la caccia fisica

Ma la violenza digitale non si ferma ai confini del web. La testimonianza della donna rivela un aspetto ancora più inquietante: "Alcuni di loro mi hanno seguita per strada e mi hanno raggiunta sul posto di lavoro per chiedermi altre foto a luci rosse". Parole che descrivono una realtà agghiacciante, dove la violazione digitale si trasforma in stalking fisico, in approcci minacciosi nella vita reale. La vittima non può più considerarsi al sicuro nemmeno negli spazi che dovrebbero essere protetti: la strada dove cammina ogni giorno, l'ufficio dove lavora. Il dettaglio che forse più di tutti fotografa la degenerazione morale di questo fenomeno arriva dalle parole della vittima stessa: "Anche dei papà con per mano dei bambini di 5 anni".

Nella giornata di oggi, proprio Fanpage.it ha ascoltato una nuova testimonianza relativa al caso Phica, quella di Manuela alias La Cetacea, ricattata dall'admin del sito. Il portale adesso si trova sotto sequestro.

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