Andrea Roncato smonta il mito del playboy e racconta il rapporto con Gigi: “La lista delle 500 donne? Una cavolata”

Tra un anno e mezzo Andrea Roncato spegnerà ottanta candeline. Potrebbe guardarsi indietro, fare bilanci, cedere alla tentazione dell'autocompiacimento. Invece no: il comico bolognese, ancora attivo tra cinema e televisione, ha scelto di fare pulizia. E il primo mito da smontare è quello che lo ha seguito per quattro decenni: la leggenda del playboy degli anni Ottanta, l'uomo delle cinquecento conquiste, il vitellone delle commedie sexy portato nella vita reale.
"Ancora con questa storia del playboy, ma voi giornalisti avete il chiodo fisso! Vogliamo sfatare questo mito una volta per tutte?", esordisce senza giri di parole nell'intervista che ha rilasciato all'edizione odierna di Repubblica.
Come nasce l'equivoco del playboy
Il problema del "playboy" nasce da una confusione di fondo. Roncato lo spiega benissimo: "C'è un equivoco a monte, nato nel periodo di massimo successo quando ho interpretato alcuni personaggi che ci provavano sempre con tutte. E poi erano gli anni 80, anni stupendi e scatenati. Se guardiamo bene quei film, era tutta una presa in giro del vitellone che si vantava di avere un mucchio di donne e invece spesso non ne beccava nemmeno una". Quanto alla celebre lista delle cinquecento donne, la risposta è netta: "Mai detto, una cavolata che qualcuno si è inventato". Ovviamente, questo non vuol dire che Andrea Roncato non abbia avuto delle donne. Ma i suoi personaggi hanno contribuito ad alimentare la leggenda.

Persino Loris Batacchi, il personaggio di Fantozzi subisce ancora che ancora oggi i giovani gli chiedono di imitare, viene tirato in ballo. "Un grande personaggio! Ma lo sa che mi fermano ancora un sacco di giovani per chiedermi l'imitazione? Alcuni se lo sono addirittura tatuato. E poi è diventato un meme da mandare su Whatsapp".
Gli incontri con le star di Hollywood
Gli anni Ottanta che Roncato descrive non assomigliano al ritratto caricaturale che spesso se ne fa. "Ma niente affatto. Sono stati anni meravigliosi, dove tutti stavano bene. Giravano tanti soldi e si investiva alla grande". In quel periodo, racconta, gli capitò di incontrare le più grandi star di Hollywood. Con Mickey Rourke si fece addirittura il primo tatuaggio. "Ci eravamo conosciuti ai Telegatti, mi pare. A inizio degli anni 90 vado in vacanza a Miami e me lo trovo al Raleigh Hotel su una vecchia Rolls Royce cabriolet. Era appena tornato dall'allenamento di boxe. Mi raccontò che in quell'albergo aveva fatto il cameriere". Passarono due settimane insieme, tra divertimenti vari, fino a quando Rourke lo convinse a tatuarsi un sole azteco sul braccio sinistro.
Ma l'aneddoto più pungente riguarda Robert De Niro. "Un'estate ero in Costa Smeralda con Abatantuono. A un certo punto arriva De Niro che si dava un po' di arie, insomma faceva la parte della star. Così non ho resistito e gli ho detto: ‘De Niro, a me Moana Pozzi ha dato 7 mentre a te non ti filò nemmeno di pezza'". Una battuta al vetriolo.
La love story con Moana Pozzi

Moana Pozzi resta un capitolo a parte. "Non faceva ancora la pornostar e stava cercando di sfondare nel cinema con qualche comparsa. Poi facemmo insieme Pompieri e Doppio misto. Siamo stati insieme 7-8 mesi. Era una donna unica con cui potevi parlare di tutto, di filosofia, di politica, di motori". Ma fu Andrea Roncato a lasciarla: "Non riuscivo a starle dietro. Preferivo non legarmi troppo, era un periodo che andavo sempre a mille". Il nuovo incontro dieci anni dopo, ne L'Odissea per Canale 5. Lui era Ulisse, lei Penelope: "Già si vedeva che non stava bene, era abbastanza sciupata. E mi confidò che aveva un grosso problema di salute". Moana sarebbe morta pochi anni dopo. "Ripensandoci oggi, mi dispiace perché forse magari non ho capito che aveva bisogno di aiuto e di un amico".

Il rapporto con Gigi Sammarchi
Mentre Roncato continua a macinare progetti, il suo storico compagno di coppia ha scelto una strada diversa. Gigi Sammarchi vive a Marbella, in Andalusia, e ha definito se stesso "pensionato dello spettacolo". "Non mi manca il mondo dello spettacolo, ho preso questa decisione da diversi anni. Sono molto diverso da Andrea in questo", ha dichiarato di recente a La Volta Buona. I due, amici dall'infanzia passata in sacrestia a Bologna, hanno sempre avuto caratteri opposti. "Dei due sono sempre stato quello più oculato e accorto, lui era il più pazzerello in qualsiasi cosa. Ma siamo sempre andati d'accordo proprio perché abbiamo caratteri diametralmente opposti", ha raccontato Sammarchi.
Roncato conferma tutto: "Siamo come parenti". Un'amicizia fraterna che resiste anche a scelte di vita radicalmente diverse. Gigi corre maratone a Sydney e si gode il clima andaluso. Andrea resta in Italia, tra set e la sua campagna con la moglie Nicole e i tanti animali. "Lavoro ancora tanto e in campagna, con l'amore di mia moglie Nicole e dei miei tanti animali, vivo benissimo".