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A 4 anni dalla morte di Raffaella Carrà, Techetechetè “buca” il ricordo con una puntata fuori tema

Nel giorno del ricordo per la scomparsa di un mito, il programma televisivo deputato al ricordo per sue stessa definizione non intercetta la ricorrenza. Uno scivolone che sembra in linea con la parabola degli ultimi anni, in cui Techetechetè sembra aver perso vigore di pari passo alla crisi della nostalgia.
A cura di Andrea Parrella
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Sono trascorsi quattro anni esatti dalla morte di Raffaella Carrà, quel giorno in cui la televisione perse un pezzo, considerando il peso che Lei ha avuto per l'evoluzione di questo mezzo, per la capacità di saperne incarnare a pieno le caratteristiche, farsene interprete.

Un anniversario da molti ricordato e sottolineato in questa giornata rovente di luglio, "bucato" da Techetechetè. Il programma che è luogo di ricordo per definizione della Rai, una produzione diventata cult nell'ultima decade, cade proprio su uno dei volti simbolo dell'azienda e della televisione tutta, dedicando nella serata dell'anniversario della scomparsa di Carrà una puntata a Sergio Bardotti.

Scelta che, inevitabilmente, penalizza lo stesso ricordo di quel grande autore che da Canzone per te, passando per Occhi di ragazza e Piazza Grande ha scritto alcuni dei più noti pezzi di storia della musica italiana. Il ricordo, d'altronde, ha le sue tempistiche e per quanto una puntata di Techetechetè dedicata a Raffaella Carrà risulterebbe godibile in qualsiasi circostanza, saltare una ricorrenza di questo tipo genera sicuramente il sordo rumore di una caduta dopo uno scivolone, soprattutto per un programma che si è distinto proprio per la capacità, negli anni, di sapere prevedere le ricorrenze, intercettare il comune sentire.

Da un paio di stagioni si contesta a Techetechetè di non esserne più capace, questa è la vulgata comune. Chi scrive, invece, crede che la questione sia più che altro relativa al progressivo stato di crisi della nostalgia, un trend in esaurimento dopo aver tenuto banco, televisivamnete, negli anni precedenti e a cavallo della pandemia. Anni in cui contenitori come Techetechetè restituivano la percezione di rispondere esattamente a ciò che una discreta parte di pubblico chiedeva di vedere. Non sembra più essere così da qualche tempo ed è forse da questa stanchezza che deriva il progressivo appassirsi di Techetechetè, che resta comunque, ancora, un presidio irrinunciabile nelle estati italiane.

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