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Tommaso Zorzi: “Una donna trans non è meno donna, criminali gli agenti che l’hanno picchiata”

L’influencer sostiene che l’opinione pubblica stia speculando sul fatto che la vittima della violenza consumata a Milano fosse una donna trans: “Specificarlo significa quasi giustificare il gesto di quegli agenti, come se in fondo possa in qualche modo esserselo meritato”.
A cura di Giulia Turco
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Tommaso Zorzi interviene sui social per discutere con i suoi follower del caso di violenza che si è consumato a Milano, da parte di agenti delle forze dell’ordine nei confronti di una donna. La persona in questione, come mostrano i video circolati online, è stata presa a violente manganellate. Un episodio inammissibile, secondo Zorzi, a prescindere dal fatto che si trattasse di una persona transessuale.

Lo sfogo di Tommaso Zorzi sui social

Insomma, l’influencer sostiene che da parte dei media e dell’opinione pubblica ci sia un’inopportuna speculazione sul fatto che si tratti di una donna trans, elemento non solo superfluo secondo Zorzi, ma anche deviante rispetto alla narrazione del caso. “Vi dò una notizia: le donne trans sono donne. Il fatto che voi dobbiate specificare che era una trans è quasi a voler giustificare il gesto di questo agenti, perché in fondo una donna trans è meno donna, quindi forse in qualche modo può esserselo meritato”, si sfoga l’influencer.

Una persona disarmata, per terra, come poi si è saputo in uno stato di alterazione, non può essere trattata in quel modo […].  È stata picchiata come una bestia. Poi è stato speculato sul motivo per cui questi agenti l’hanno picchiata, come se potesse esserci un motivo, come se un motivo potesse in qualche modo giustificare un comportamento di quel genere […]. Infine c’è stata una speculazione sui suoi genitali perché voi riducete una persona trans solo a quello che hanno tra le gambe e vi fa comodo pensare a loro solamente come operatrici sessuali […]. Sono dei criminali, è gente che non può portare la divisa. Non ci sta difendendo, sta solamente sfogando la propria rabbia.

Le parole di Bruna, la donna picchiata dalla polizia

“Io ero seduta, avevo le braccia alzate dicendo di non picchiarmi. Invece mi hanno preso a colpi in testa, al fianco, ancora alla testa. Mi sono sentita trattata come un cane”, si è sfogata Bruna, la donna presa a manganellate dagli agenti, in un’intervista a Repubblica. "Mi bruciavano gli occhi, avevo mal di testa. Mi fa male ancora pensarci". Stando alla sua versione dei fatti, l’ipotesi all’origine del suo stato di alterazione sarebbe quella di una rissa. Ora la Procura indaga per lesioni aggravate dall'abuso della funzione pubblica.

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