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Roberto Sergio minacciato per le posizioni pro Israele, l’ad della Rai messo sotto scorta

Il Ministero dell’Interno ha predisposto la scorta per l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, a seguito delle minacce ricevute dopo le posizioni pro Israele, rese note in un comunicato letto in diretta nazionale.
A cura di Ilaria Costabile
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Dopo le polemiche seguite alla lettura del comunicato pro Israele firmato da Roberto Sergio, declamato da Mara Venier durante la puntata di Domenica In, le tensioni nei confronti della Rai si sono inasprite e dopo le manifestazioni di protesta fuori le sedi di Napoli e Roma, con tanto di scontri con la polizia, è arrivato il provvedimento da parte del Viminale che predisposto una tutela personale per l'amministratore delegato.

Il Ministero dell'Interno predispone una scorta per Roberto Sergio

Il ministero dell'Interno, a seguito di alcune minacce che Roberto Sergio ha ricevuto, insieme alla sua famiglia, per le posizioni manifestate in diretta nazionale, in difesa di Israele, ha ritenuto opportuno tutelare l'ad predisponendo una scorta. Le precisazione in merito alle sue posizioni, arrivato dopo l'intervento di Ghali, che dal palco di Sanremo ha risposto alla reazione contrariata dell'ambasciatore israeliano Alon Bar. L'ad della Rai, dopo le polemiche sollevate a seguito delle sue affermazioni, ha commentato le sue stesse parole sui social dicendo di provare: "orrore per le continue stragi di civili nella striscia di Gaza e provo orrore per la guerra. Si era parlato di genocidio ed io ho aggiunto il pensiero per i giovani trucidati il 7 ottobre e per i bambini, donne e uomini barbaramente uccisi nei kibbutz e per gli ostaggi". 

Le proteste dopo la lettura del comunicato a Domenica In

Dopo la lettura del comunicato su Rai1, l'indignazione da parte del pubblico è stata lampante e non solo sui social, dove non sono mancati commenti rivolti tanto all'amministratore delegato, quanto alla conduttrice che ha letto le sue dichiarazioni. Si sono scatenate, poi, delle proteste da parte di Potere al Popolo e degli studenti di Cambiare Rotta, a Roma e a Napoli. Le poteste sono poi sfociate in vere e propri scontri, anche piuttosto violenti, con la polizia che ha caricato i manifestanti che, invece, sostenevano la causa palestinese.

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