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Offese contro il Generale Dalla Chiesa, indagato un uomo. La figlia Rita: “Basta crudeltà sui social”

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno perquisito la casa di un uomo. È gravemente indiziato di essere l’autore delle offese pubblicate sui social contro il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
A cura di Daniela Seclì
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Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la figlia Rita
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la figlia Rita

Rita Dalla Chiesa, nei mesi scorsi, aveva denunciato sui social i commenti che oltraggiavano la memoria di suo padre, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e alcuni suoi cari. La conduttrice ha chiarito sin da subito che non avrebbe lasciato correre. Ed è stata di parola. In queste ore, sono scattate le perquisizioni nella casa dell'uomo che avrebbe creato i profili falsi per insultare la famiglia Dalla Chiesa.

I Carabinieri perquisiscono la casa di un uomo

I Carabinieri del comando provinciale di Roma, su delega della locale procura, hanno eseguito una perquisizione nella casa di un uomo, che è gravemente indiziato di essere l'autore dei commenti carichi di odio indirizzati al Generale morto nella strage di via Carini, il 3 settembre del 1982, ma anche a Massimo Santoro, genero della conduttrice, morto a 52 anni. I militari sono riusciti a risalire alla connessione Internet usata per creare i profili falsi, utilizzati poi per pubblicare quelle frasi vergognose. Nel corso della perquisizione, i Carabinieri avrebbero sequestrato due telefoni cellulari e un computer appartenenti ai familiari dell'indagato – questi ultimi deferiti all'autorità giudiziaria – in cui sarebbero state trovate tracce informatiche che ricondurrebbero ai profili falsi. L'ipotesi è che abbiano pubblicato, almeno in nove occasioni, insulti ai danni della famiglia Dalla Chiesa.

Il commento di Rita Dalla Chiesa

Rita Dalla Chiesa ha condiviso con i suoi follower la notizia delle perquisizioni e ha ringraziato i Carabinieri per quanto fatto:

"Le parole possono fare molto male. Soprattutto quando vanno a toccare persone che non ci sono più. I social devono essere terreno di incontro o di scontro, ma senza mai arrivare alla crudeltà gratuita. Ho denunciato. Grazie Arma dei Carabinieri".

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