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Il caso Phica

Mara Venier si espone sul caso Phica: “Serve legge che tuteli le donne, potrebbero farla passare in due mesi”

Mara Venier si espone sul caso di Phica, il sito sessista su cui negli anni sono state schedate migliaia di donne, famose e non, le cui foto venivano prese dai social e commentate in modo esplicito dagli utenti.
A cura di Sara Leombruno
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Mara Venier si espone sul caso di Phica, il sito sessista su cui negli anni sono state schedate migliaia di donne, famose e non, le cui foto venivano prese dai social e commentate in modo esplicito dagli utenti. Anche lei, proprio come tante altre appartenenti al mondo dello spettacolo, è finita su quel forum, ma la conduttrice di Domenica In inserisce il problema in una questione più ampia, che riguarda soprattutto le istituzioni e la necessità di un intervento concreto.

Le parole di Mara Venier

La conduttrice spiega a La Stampa di aver scoperto di essere finita su Phica e di aver affidato il caso al suo avvocato. Secondo lei, sta anche ai direttori dei giornali e ai responsabili della Tv farsi carico della questione. Ma la responsabilità più grande è delle istituzioni: "In Germania è stata varata una legge pesante per questo tipo di intrusioni e di volgarità. Io credo che anche in Italia andrebbe fatta una legge, in due mesi la potrebbero far passare".

Cosa sappiamo sull'uomo dietro Phica

Nel frattempo, la Procura di Roma va verso una maxi inchiesta sul caso Phica. L'obiettivo è quello di dare un nome e un cognome agli amministratori del forum, così da indagare sulle eventuali responsabilità sulla diffusione di contenuti appartenenti a donne non consenzienti. Nelle ultime ore, si è fatto strada il nome di Vittorio Vitiello, un uomo di 45 anni nato a Pompei ma residente in Toscana, che però non risulta ancora iscritto al registro degli indagati.

Il caso sollevato dall'attrice Anna Madaro

Ma Venier è solo una delle tante vittime del forum: a denunciare per prima pubblicamente il sito, era stata la scorsa settimana l'attrice Anna Madaro, che in un'intervista a Fanpage aveva spiegato come ad essere coinvolte non siano solo influencer e volti noti dello spettacolo, ma migliaia di donne comuni: "Di me hanno scoperto che abito in una località marittima e che vivo da sola, sanno che ho un giardino dietro casa, mi sono sentita in pericolo". Tra i commenti a lei rivolti, i più tenui erano apprezzamenti beceri come "porca" o "tettona", ma c'è anche chi chiede se non abbia "una cam in casa da provare ad hackerare”. Motivo per cui anche lei aveva deciso di sporgere denuncia, venendo seguita a ruota da tutte le altre, colleghe e non. Qualche giorno fa, poi, la Polizia Postale ha chiuso il sito, ma il timore che gli utenti possano semplicemente migrare su altre piattaforme resta un problema reale.

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