
Sono trascorsi sei anni esatti dalla morte di Nadia Toffa, la giornalista e conduttrice televisiva che il 13 agosto del 2019 se ne andava a causa di un cancro che aveva segnato profondamente gli ultimi mesi della sua esistenza, non solo dal punto di vista medico ma anche mediatico.
Nadia Toffa non è stata semplicemente una vip che se n'è andata, un volto noto scomparso troppo giovane. La vicenda della sua malattia, dal momento scatenante all'annuncio pubblico, quindi il decorso, è stata una vicenda che ha segnato nel profondo il dibattito pubblico italiano e che verrà ricordata proprio per l'impatto avuto in quei mesi. Allora non erano mancate le polemiche, le critiche nei suoi confronti di spettacolarizzazione del male, rivolte a chi aveva deciso di condividere la sua vicenda in tutte le sue sfumature, innalzandola a simbolo. Non aveva fatto nulla per nascondersi, ritirarsi a vita privata, vivere in una forma intima il rapporto con il male. Una convivenza consapevole, più che una lotta.
Si è trattato volontariamente di una vicenda pubblica sin dal primo giorno, da quell'annuncio in diretta a Le Iene, poche settimane dopo un malore improvviso che portò a un ricovero d'urgenza: "Ho avuto un cancro", aveva detto tornando in Tv, col volto segnato e l'intenzione di dire senza troppi fronzoli che quella che portava era una parrucca.
È stato un momento di passaggio, una vicenda che, se pur segnata da una cifra melodrammatica incalcolabile, si è impressa nella storia della televisione ed è andata oltre la Tv stessa. Nadia Toffa è diventato un personaggio trasversale, il suo percorso di cura è diventato quasi una pratica collettiva, non senza quella retorica della battaglia disturbante per le persone convinte che non dovesse andare in quel modo, che queste cose vanno affrontate in una forma personale, senza ostentazioni. L'integralismo di Nadia Toffa, invece, è stato tale fino alla fine, segnando una continuità tra la pervicacia con cui raccontava storie in Tv, spesso dolorose e problematiche, e quella con cui ha raccontato la sua.
