Il Pd attacca Giorgia Cardinaletti e il Tg1: “Non si dice transessuale, perché è discriminatorio”
C'è da festeggiare per la notizia che riguarda l'ok da parte di Papa Francesco per il battesimo ai figli delle coppie omogenitoriali e il via libero a madrine, padrini e testimoni di nozze che hanno affrontato un percorso di transizione del sesso. Giorgia Cardinaletti, la mezzobusto del Tg1, però ha fatto arrabbiare il Partito Democratico nel modo scelto per lanciare la notizia: "In Vaticano, spunta un documento a firma di Papa Francesco. Sì al battesimo per i transessuali e ai bimbi per l’utero in affitto".
L'indignazione del deputato Alessandro Zan
Alessandro Zan, storico esponente della comunità LGBT nonché relatore del disegno di legge contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia e l'abilismo e attualmente deputato Pd, ha tuonato:
I transessuali? I bambini nati con utero in affitto? Il TG1 è servizio pubblico, è la Rai, non è TeleMeloni. È inaccettabile che sia usato lo stesso linguaggio violento e discriminatorio della destra. Anche basta, siamo alla fine del 2023.
Il linguaggio che Alessandro Zan contesta a Giorgia Cardinaletti e al Tg1 è stato però utilizzato anche dai quotidiani di area progressista e vicini al Partito Democratico. La Repubblica, infatti, ha scritto: "Le trans potranno fare le testimoni di nozze". La Stampa, invece, ha titolato: "Trans e gay, la mossa del Papa". Insomma, due titoli che non brillano di inclusività.
Gaynet: "Ci aspettiamo che la tv pubblica utilizzi termini corretti"
Sull'argomento è intervenuto anche Rosario Coco, presidente di Gaynet: "Ci aspettiamo che la televisione pubblica e i giornali utilizzino i termini scientifici e corretti per riferirsi all’ultimo documento della Chiesa, evitando di cadere nella narrazione ideologica della maggioranza di parlamentare. Non ci sorprende, tuttavia, che l’influenza dei partiti di Governo possa condizionare la narrazione dei media. L’atteggiamento irresponsabile nei confronti della RAI in tema di governance si è sviluppata di pari passo all’ostinata negazione del principio universale del superiore interesse del minore riguardo le famiglie arcobaleno".