video suggerito
video suggerito

I deepfake di Robert Redford fanno arrabbiare la figlia: “L’intelligenza artificiale sta violando il nostro lutto”

Amy Redford, figlia dell’attore e regista, con un lungo post su Instagram ha raccontato il dramma che sta vivendo: “Mi sono imbattuta in molteplici versioni di funerali, tributi e citazioni attribuite a membri della mia famiglia, tutte invenzioni create con l’intelligenza artificiale”.
5 CONDIVISIONI
Immagine

Il dolore per la perdita di un genitore è già abbastanza difficile da elaborare. Ma quando l'intelligenza artificiale trasforma quel dolore in contenuti falsi che invadono la rete, il lutto diventa un incubo pubblico. È quanto sta vivendo Amy Redford, che ha rotto il silenzio per denunciare la proliferazione di deepfake sul padre Robert Redford, scomparso il 16 settembre scorso a 89 anni.

"Stanno inventando i nostri funerali"

Con un lungo post su Instagram, l'attrice e regista ha voluto ringraziare chi le ha dimostrato vicinanza dopo la morte del padre, ma anche mettere in guardia su un fenomeno inquietante: "Mi sono imbattuta in molteplici versioni di funerali, tributi e citazioni attribuite a membri della mia famiglia, tutte invenzioni create con l'intelligenza artificiale".

Non si tratta solo di contenuti generici o commemorativi. Amy parla di "rendering" del padre che non ha più voce per difendersi, di "rappresentazioni della mia famiglia che non sono positive" diffuse proprio mentre cercano di affrontare un momento già di per sé devastante.

Non c'è stato nessun funerale pubblico: la famiglia rivendica il diritto alla privacy

Amy ha anche voluto chiarire un punto fondamentale: non si è ancora svolto alcun funerale pubblico per il fondatore del Sundance Film Festival. La famiglia "sta lavorando ai piani per un memoriale futuro", riservandosi il diritto di vivere il lutto secondo i propri tempi, valori e cultura. Una precisazione che diventa necessaria proprio a causa della confusione generata dai contenuti deepfake, che stanno creando false aspettative e narrazioni su cerimonie mai avvenute. Il risultato è un cortocircuito doloroso tra il dolore privato e la sua distorsione pubblica artificiale. La denuncia di Amy Redford ha riaperto la polemica ormai sempreverde sull'uso dell'intelligenza artificiale in contesti sensibili, come in questo caso la morte di un personaggio pubblico (ma varrebbe lo stesso anche per le persone comuni).

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views