
Nessuno si aspettava che l'estate televisiva potesse essere smossa da La Ruota della Fortuna, vero e proprio caso di queste e, probabilmente, delle prossime settimane. Il programma con Gerry Scotti, nel giro di pochi giorni, è diventato il cavallo di Troia di cui Mediaset si sta servendo per ristabilire gli equilibri della Tv generalista. Dopo una stagione complessa, fatta di stagnazione e scarsa propositività, a smuovere le acque è un titolo storico, ma soprattutto il suo volto di punta, il più affidabile, quello più caro al pubblico della rete.
Gerry Scotti, spinto da una poderosa campagna di lancio da parte di Mediaset, ha accolto la sfida di una partenza in data anomala, nel bel mezzo del mese di luglio, consegnando al pubblico una Ruota della Fortuna insolitamente vivace, subito gratificata da ottimi ascolti che consentono di immaginare come più semplice del previsto il progetto, apparentemente impossibile, di trovare un'alternativa a Striscia La Notizia. Che il programma di Ricci non compaia nei palinsesti autunnali, a differenza di quanto annunciato da Pier Silvio Berlusconi, può essere un semplice errore, oppure un lapsus freudiano che rivela ben altre intenzioni.
Fatto sta che questo successo di Scotti arriva salvifico, dopo un lungo periodo di confusione in cui uno dei conduttori più autorevoli di casa Mediaset è stato spremuto e utilizzato in modo forse scriteriato, come figura di garanzia, stampella, jolly, tappabuchi credibile per progetti in cui la stessa Mediaset sembrava credere poco. La simbolica riconciliazione con il pubblico è arrivata, manco a dirlo, con la partecipazione al Festival di Sanremo, dove Scotti è parso in forma smagliante, del tutto a suo agio. Una serata che forse lo ha rivitalizzato, riuscendo anche nell'impresa di convincerlo a pensare di più a se stesso, lui che sembra aver fatto del mettersi al servizio del pubblico un principio religioso della sua carriera.
Non si sa se La Ruota della Fortuna riuscirà davvero nell'impresa di scalfire la concorrenza di Affari Tuoi a settembre, ma ad oggi la sensazione è che non ci fosse nessun altro in grado di caricarsi sulle spalle il peso di una sfida con De Martino e, al contempo, la missione di rilancio di una rete intera.
