
L'uomo che sfidò la stratosfera e vinse contro il muro del suono è morto ieri a 56 anni precipitando con un parapendio nelle Marche. Una tragica ironia del destino. Il 14 ottobre 2012 il mondo si fermò a guardare. Felix Baumgartner, dentro una capsula pressurizzata, saliva verso il bordo dello spazio a 39 chilometri di altezza. Quel giorno milioni di persone seguirono in diretta il momento in cui un uomo avrebbe sfidato l'impossibile. C'eravamo anche noi, qui su Fanpage. La nostra redazione era in fermento.
"Vado a casa, adesso"
"Vado a casa, adesso." Furono le sue ultime parole prima di lanciarsi nel vuoto più assoluto. In 3 minuti e 48 secondi di caduta libera superò la velocità del suono raggiungendo più di 1100 km/h. Divenne il primo essere umano a rompere la barriera del suono con il solo corpo, fuori da un veicolo. Un momento che ridefinì i limiti della resistenza umana, che fece sognare una generazione, che dimostrò che l'impossibile è solo questione di coraggio e preparazione. Quell'impresa non fu solo spettacolo (sponsorizzato al massimo da RedBull): contribuì alla ricerca aerospaziale, allo sviluppo di tecnologie per la sopravvivenza in alta quota, aprì nuove frontiere per l'esplorazione umana. Felix non era solo un temerario: era un pioniere che ha ampliato i confini di ciò che significa essere umani.
Ieri, in un "banale" volo in parapendio a Porto Sant'Elpidio, probabilmente colto da un malore stando alle ultime notizie, è precipitato in una piscina, ferendo una ragazza che non è in gravi condizioni. L'uomo che era sopravvissuto al vuoto cosmico, che aveva sfidato la morte nelle condizioni più estreme immaginabili, se n'è andato in quello che doveva essere un momento di svago.
L'eredità di Felix Baumgartner
C'è qualcosa di profondamente struggente in questo epilogo. Felix Baumgartner ci ha insegnato che i veri limiti esistono solo nella nostra mente. Che con preparazione, tecnologia e una dose straordinaria di coraggio, possiamo superare barriere che sembrano invalicabili. La sua eredità non sta nei numeri o nei record. Sta nell'aver dimostrato che l'essere umano può sempre andare oltre. Che possiamo toccare le stelle, anche se solo per pochi, incredibili minuti. Lui è stato il nostro "uomo sulla Luna". Vola alto, Felix. Come quel giorno di ottobre quando il mondo intero ti guardava cadere verso casa.
