Ema Stockolma: “Scrivete che cerco pubblicità, ma sarò sempre dalla parte dei bambini abusati”

Il racconto di Ema Stockolma e del viaggio nel suo passato difficile non potevano che lasciare il segno. Nelle scorse ore la speaker radiofonica e conduttrice televisiva ha parlato del suo ritorno alle origini, la visita fatta nel corso delle vacanze ai luoghi dove è cresciuta e dove ha vissuto i traumi familiari da cui decise di scappare quando era ancora adolescente. Le violenze subite, le forzature psicologiche, la madre che le suggerì di buttarsi da un ponte, sono parole che hanno raccolto grande solidarietà, ma anche turbato alcuni utenti, come ha lei stessa raccontato in un breve tweet pubblicato nelle scorse ore:
Scrivete che basta, che cerco pubblicità. Ma io non smetteró mai di parlare di ciò che vi disturba, ne di ascoltare racconti come il mio,ne di indignarmi per l’indiferenza. Saró sempre dalla parte dei bambini che vengono abusati Forse è ora per me di passare alle maniere forti.
Il ritorno alle origini di Ema Stockolma
Parole alle quali è seguita grande solidarietà di amici e colleghi. Il racconto di Ema Stockolma risaliva a quanto accaduto da adolescente: "Quasi 30 anni fa in una peugeot 106, insieme a mia madre e mio fratello, cercavamo una nuova vita. Pochi anni dopo quella partenza scappavo di casa per non tornarci mai più, scegliendo l'Italia come un pomodoro sceglie lo spaghetto, perché questa nuova vita non l'avevo trovata io, e la violenza degli anni passati non era rimasta in quella cittadina del sud della Francia ma era salita con noi sulla peugeot e se fosse stata una citroën sarebbe stato lo stesso". Così ha scritto Ema Stockolma, parlando del suo viaggio a Romans-sur-Isère, la località della Francia dove è cresciuta e da cui è scappata.
Il sostegno di Angelo Madonia
Con lei, in questo viaggio, il compagno Angelo Madonia: "Da quel ponte mia madre mi disse di buttarmi, oggi non so perché istintivamente ci ho sputato nell'acqua, davanti a Angelo Madonia che mi guardava incredulo. Strano come i ricordi siano selettivi. Immagini quotidiane ma insignificanti ti si imprimono in un angolo della testa o della pancia e non sai perché".