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David Parenzo: “Nella mia vita non ho mai avuto così paura di essere ebreo”

Il giornalista dopo le contestazioni all’esterno degli studi La7: “Oggi ho 48 anni e posso dire di non aver mai vissuto un periodo come quello di oggi, in cui ti senti in pericolo, in quanto ebreo, non solo di mostrare le tue origini, ma anche di esprimere la tua opinione”.
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Dopo le contestazioni della giornata di ieri all'esterno degli studi di La7, David Parenzo ha espresso la sua preoccupazione (pur cercando di mitigare, come nel suo stile: "Non è mai bello essere la notizia") e ha raccontato le sue impressioni ai colleghi del Foglio: "La verità è che, se tu oggi porti la kippah in testa, nella migliore delle ipotesi ti insultano e ti sputano". Poi aggiunge: "Nella mia vita non ho mai avuto così paura di essere ebreo". 

Le parole di David Parenzo

I collettivi Cambiare rotta e Osa hanno manifestato davanti agli studi televisivi di La7 a Roma, chiedendo un incontro con David Parenzo. Il giornalista aveva presenziato alla manifestazione del 25 aprile nel corteo della comunità ebraica. Corteo che, come hanno raccontato le cronache, si è trasformato in uno scontro, seppur lieve, proprio con i movimenti antagonisti Pro-Pal. Spiega Parenzo:

Sono disposto a discutere con queste persone di ogni cosa e quando vogliono, ma se mi mettono nel mirino, mi assediano e mi accusano addirittura di essere stato a capo di una rivolta…Non c'è stata nessuna rivolta contro nessuno. C'era semplicemente un gruppo di cittadini italiani che volevano festeggiare il 25 aprile ricordando la Brigata ebraica, protetti dalla polizia, perché se fossero andati in piazza senza protezione sarebbero stati aggraditi. È normale che per andare in un corteo occorra la protezione della Polizia?

David Parenzo era sceso in piazza con il rabbino capo di Roma, il professor Riccardo Di Segni, con il presidente della Comunità ebraica romana, Victor Fadlun, e con tante altre persone della comunità. Durante la manifestazione sono arrivati insulti e aggressioni fisiche:

Penso che in questo momento ci sia un processo di nazificazione dello stato di Israele. Ogni ebreo diventa un potenziale nazista, se non dice quello che vogliono loro. […] Oggi ho 48 anni e posso dire di non aver mai vissuto un periodo come quello di oggi, in cui ti senti in pericolo, in quanto ebreo, non solo di mostrare le tue origini, ma anche di esprimere la tua opinione. Qualsiasi cosa tu dica, infatti, vieni accusato di essere nazista.

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