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Asia Argento sulla condanna a Weinstein: “Insultata e giudicata, la mia esperienza aiutò le donne”

Asia Argento commenta la condanna a 24 anni di Harvey Weinstein ricevuta a Los Angeles. L’attrice, una delle prime a raccontare le violenze subite, rivendica con fierezza il suo gesto, nonostante la sofferenza sedimentata in questi anni.
A cura di Ilaria Costabile
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Harvey Weinstein è stato condannato anche a Los Angeles a24 anni di carcere. A commentare la condanna del magnate americano, come era accaduto anche nel processo svoltosi a New York, è intervenuta su Instagram Asia Argento, l'attrice è stata una delle prime a rivelare di aver subito violenze dall'ex produttore, dando vita a quello che poi è diventato un movimento di caratura mondiale, ovvero il #MeToo.

Il commento di Asia Argento dopo la condanna a Weinstein

Una riflessione lunga e intensa è quella che Asia Argento ha scritto su Instagram, nel suo ultimo post, in cui ripercorre il momento in cui decise di parlare per la prima volta pubblicamente delle violenze subite da Harvey Weistein quando era una ragazza che si affacciava al mondo del cinema. Il suo intervento diede coraggio a molte altre star, e non solo, ma allo stesso tempo, come è lei stessa a raccontare, diede inizio ad una tempesta mediatica nei suoi confronti, in cui non sempre ha ricevuto l'appoggio sperato, anche dalle donne:

Quando nel 2017, dopo che io ed altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Harvey Weinstein e ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato “victim blaming”. Vennero dette pubblicamente frasi come “se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità”… perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima, anche se detesto questa parola. La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore. E purtroppo anche la vittima per prima cosa interroga se stessa. Questo dovrebbe farci capire com’è tutt’ora montata la nostra società. Anch’io mi chiesi come mai non fossi riuscita a scappare, perché non gli avessi dato un calcio nelle palle come mi aveva insegnato mia madre, perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine. M’incolpavo dicendomi che davo troppa confidenza agli uomini. O che forse era colpa dei ruoli che interpretavo, le pose sexy sulle copertine dei giornali. Se qualcosa di irrisolto dentro di me non mi aveva mai permesso di amarmi completamente, dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi. Continuavo a ripetermi che ero una puttana e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri.

Asia Argento fiera del suo gesto

Una sofferenza difficile da scardinare, attaccata alle pareti del suo corpo e della sua mente, dalla quale è riuscita a liberarsi solo lavorando costantemente su se stessa, anche quando il suo atto di coraggio è stato criticato, vilipeso. Sono trascorsi quasi sei anni dal momento in cui Asia Argento decise di parlare di quanto le fosse accaduto e, come dichiara anche nel post scritto dopo la notizia della condanna del suo assalitore, è ancora orgogliosa di aver fatto quella scelta:

Allora ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo. Ci sono volute due decadi e 16 anni di analisi per liberarmi di questo critico interiore in primis, e per imparare a farmi scivolare le insinuazioni dei detrattori poi, che facevano ancora più male perché ero stata io la prima a incolparmi. Ieri Weinstein è stato condannato (dopo la sentenza di 23 anni a New York) a Los Angeles per stupro e violenze sessuali, potrebbe scontare 47 anni in carcere. Quarantasette anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali, a liberarsi di questo enorme fardello. E per questo sono e sarò sempre eternamente grata.

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