Alessia Lautone e gli effetti collaterali della semaglutide: “Mi ha causato pensieri suicidi, mi vedevo sdoppiata”

Giornalista e direttrice di LaPresse, Alessia Lautone è tra le persone che hanno utilizzato la semaglutide per dimagrire. Si tratta di un principio attivo usato per il trattamento del diabete che, secondo alcuni studi clinici, sembrerebbe far perdere peso. Viene commercializzata in due formulazioni indicate come antidiabetici: il più noto Ozempic e il Rybelsus. Gli effetti collaterali, però, non sono da prendere alla leggera. A raccontarlo è lei stessa in un'intervista al Corriere della Sera: "A me era sembrata una scorciatoia per raggiungere il mio obiettivo", le parole della giornalista. Dopo un mese, con l'aumento del dosaggio, però, è cambiato tutto: "Mi sono scoperta disinteressata a tutto, perfino alle telefonate dei miei figli. E una notte sono arrivati i pensieri suicidi".
Alessia Lautone e gli effetti collaterali della semaglutide
Alessia Lautone, come succede, purtroppo, a tante donne, quando si guarda allo specchio spesso non è contenta di quello che vede: "Mi trovo sempre imperfetta, mai bella, per certo inadeguata. Vivo con la sindrome dell’impostore". Per questo motivo, ha un rapporto conflittuale con il cibo: alterna abbuffate a digiuni. Da qui, la scelta di iniziare a usare la semaglutide, un principio attivo commercializzato nei farmaci antidiabetici che sembrerebbe far perdere peso. "A me era sembrata una scorciatoia per raggiungere il mio obiettivo", ha spiegato nell'intervista. Uno degli effetti collaterali immediati è stato quello della stanchezza micidiale: "Però lavoro tantissimo, ci stava. Certo, era strano che non riuscissi più a fare sport", ha raccontato. Dopo un mese, però, è cambiato tutto: "Ho aumentato il dosaggio. Da lì in poi mi sono scoperta disinteressata a tutto, perfino alle telefonate dei miei figli. E una notte sono arrivati i pensieri suicidi".
Ho avuto il pensiero lucido di dovermi buttare dalla finestra. “Dovevo” proprio farlo. E poi ne è subentrato un altro: usa i coltelli, è più facile. Mi sono vista sdoppiata: una parte di me, calmissima, era pronta a morire; un’altra non si capacitava.
"Non sono arrabbiata col mio medico, lo sono con me stessa"
Da lì in poi, la consapevolezza di aver superato il limite: "Mi sono alzata, ho buttato nella spazzatura il farmaco e ho messo la testa sotto l’acqua, per far uscire i pensieri negativi. Ho passato altre notti insonni, con la paura dei miei pensieri, finché come sono arrivati se ne sono andati". Lautone individua in se stessa l'unica responsabile di quanto accaduto: "Non sono arrabbiata col mio medico. Lo sono con me stessa, per essermi spinta così lontano. Sono l’unica persona da demonizzare, perché io ho gli strumenti per capire e valutare le cose. Però tutti abbiamo delle fragilità: la mia riguarda il cibo e il corpo". Adesso, la giornalista si sta facendo aiutare da uno psicologo per gestire il rapporto complicato con il cibo e col suo corpo.