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Sara Ventura e le molestie nel mondo del tennis: “Ho subito abusi di ogni tipo”

Sara Ventura ha vinto nella sua carriera da tennista professionista ben 15 titoli italiani. A distanza di anni, racconta il clima di abusi e omertà che regnava nel mondo del tennis in quegli anni.
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Sara Ventura è la protagonista di un'intervista disponibile sul nuovo numero di Vanity Fair in edicola dal 7 giugno e sul sito ufficiale del magazine. La ex tennista, conduttrice e personal trainer racconta degli anni in cui, quando praticava sport a livello agonistico, divideva la sua camera d'albergo nelle trasferte con il suo allenatore. È una storia di molestie: "Dovevo stare attenta che di notte andasse tutto bene. Ho subito abusi di ogni tipo, ho imparato a dormire con la racchetta vicino". 

Il racconto drammatico di Sara Ventura

Sara Ventura, sorella di Simona Ventura, ha vinto nella sua carriera da tennista professionista ben 15 titoli italiani. A distanza di anni, racconta il clima di omertà che regnava nel mondo del tennis in quegli anni. Solo adesso riesce a denunciare quel clima: "Ho subito abusi di ogni tipo. Anche sessuali, diverse volte. Avevo 13 anni". Ne parlava con le altre sportive: "Ragazze un po' più grandi. Mi dicevano: eh sì, funziona così, ci siamo passate anche noi. Ho imparato a dormire con la racchetta vicino". L'episodio più terribile:

Il giorno dopo uno dei tentativi di incursioni notturne, io giocavo una partita dei campionati europei. Stavo vincendo 5 a 2 e mi sono permessa di tirare forte la prima palla di servizio: era un rischio ma ero consapevole che, se avessi sbagliato, avrei potuto contare sulla seconda. Purtroppo sbaglio. L’allenatore si alza in piedi e mi urla: “Testa di ca**o, ti mando a casa a calci in cu*o”. Detto fatto: quella partita poi l’ho vinta, ma lui non mi ha permesso di giocare per tutto il resto della settimana.

"Ecco perché non ho parlato prima"

Sara Ventura racconta anche i motivi che l'hanno spinta a chiudersi e a non parlare prima: "Mio padre era un uomo freddo, introverso, non avevamo grandi rapporti, e mia madre è mancata che avevo 12 anni: poco dopo mi hanno chiamato, insieme alle tenniste più promettenti d’Italia, per vivere, studiare e allenarmi in un collegio vicino a Roma. Ho accettato subito e sono andata via di casa. Ero sola. E non avevo neanche i mezzi economici per ribellarmi a quel sistema di ingiustizie e abusi. Se parlavi, se uscivi dalla federazione, la tua carriera era finita. Tutti sapevano, nessuno diceva una parola. Le ragazze più fortunate, quelle  con una famiglia alle spalle, a volte venivano prese e portate via. Io potevo contare solo su me stessa". Sara Ventura ha raccontato in un libro, pubblicato nel 2021, il suo percorso di empowerment femminile: "A testa alta" (De Agostini, 2021).

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