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“Piaccio ai gay e non alle checche”, Francesca Fagnani sulle offese di Rettore: “Una stupidaggine”

Francesca Fagnani è ritornata sulla sua intervista a Donatella Rettore a “Belve”: “Si è incartata, faceva prima ad ammettere che aveva detto una stupidaggine”.
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Francesca Fagnani è ritornata sulla sua intervista a Donatella Rettore a "Belve" e lo ha fatto nel corso di "Facciamo finta che", il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101: "La Rettore? Si è incartata. Faceva prima a dire ho detto una stupidaggine, mi dispiace per lei". Donatella Rettore aveva parlato degli omosessuali distinguendo tra "gay e checche".

Le scuse di Donatella Rettore

Francesca Fagnani ha commentato così le parole di Donatella Rettore: “Secondo me lei in quel caso si è anche un po' incartata perché faceva prima a dire ho detto una stupidaggine e chiedo scusa, faceva prima e faceva più bella figura. L'utilizzo delle parole è un fatto culturale, attraverso l'utilizzo delle parole passano determinati concetti, quindi perché usare una parola dispregiativa nei confronti di qualcuno? Non ne vedo il motivo se non quello di ferire l'interlocutore”. E sulla forma e la sostanza:

Non è forma, è sostanza. L'evoluzione culturale dei diritti passa anche attraverso il linguaggio, e soprattutto per le nuove generazioni, se facciamo capire che l'utilizzo di quelle parole è consentito significa che tu ti puoi permettere di sminuire o di offendere chi hai davanti. Invece insegnare il rispetto mi sembra doveroso da parte di generazioni come la Rettore che ha anche lottato per certi diritti, quindi mi meraviglia molto di più. Ma ripeto, secondo me ha semplicemente sbagliato e mi dispiace anche per lei. Si è incartata; sai quando non sai come uscire da una situazione delicata e la peggiori aggiungendo dettagli di cronaca.

Cosa aveva detto Donatella Rettore

Donatella Rettore aveva ascoltato l'intervento di Francesca Fagnani: "Piaccio ai gay uomini mentre altre cantanti, come Patty Pravo, sono icone delle checche vintage. Non si imbarazza?". Questa la replica di Donatella Rettore: "Non sono per niente imbarazzata. Esistono i gay e le checche. E le checche fanno pettegolezzi e non voglio vederli nemmeno sotto la porta di casa. Io rivendico di poter utilizzare questi termini, altrimenti ci censuriamo. Per me, frocio non è una parola brutta. Neanche negro, mi sembra un insulto. Tutto sta nelle intenzioni. Cambiare parole? Mi sembra un po' democristiano". Ma orima, Donatella Rettore non ha più freni: "Dipende dal modo in cui uno lo dice: se tu dici brutto ne*ro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra”.

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