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“Esistono i gay e le checche”, Donatella Rettore tra le polemiche dopo l’intervista a Belve

A Belve, il programma della seconda serata di Rai2, è andato in scena un momento abbastanza surreale.
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A Belve, il programma della seconda serata di Rai2, è andato in scena un momento abbastanza surreale. Un'intervista di Francesca Fagnani a Donatella Rettore, stretta all'angolo per alcune dichiarazioni rilasciate in passato sul politicamente corretto, sulla F-word, la N-Word, il politicamente corretto in genere. Come se arrivasse da tutto un altro mondo, Donatella Rettore rivendica – con piglio quasi reazionario – di poter utilizzare quel lessico. Ricordando un po' la maniera di Pio e Amedeo, la Rettore precisa: "L'importante sono le intenzioni". 

L'intervista e la polemica

Francesca Fagnani incalza la sua ospite che si incarta praticamente subito. "Piaccio ai gay uomini mentre altre cantanti, come Patty Pravo, sono icone delle checche vintage. Non si imbarazza?", Francesca Fagnani stringe all'angolo Donatella Rettore che replica: "Non sono per niente imbarazzata. Esistono i gay e le checche. E le checche fanno pettegolezzi e non voglio vederli nemmeno sotto la porta di casa". La Fagnani prosegue: "Lei ha detto "Si mettono filtri a cose che sono superate. Il fatto che non si possa dire frocio o troia, per esempio". Qual è la libertà di dare a qualcuno del frocio o della troia? Dare della troia a qualcuno è un insulto". Donatella Rettore prova anche a citare Vasco Rossi, che canta "È andata a casa con il negro la troia" in Colpa d'Alfredo. 

La replica di Donatella Rettore

Questa la replica di Donatella Rettore: "Io rivendico di poter utilizzare questi termini, altrimenti ci censuriamo. Per me, frocio non è una parola brutta. Neanche negro, mi sembra un insulto. Tutto sta nelle intenzioni. Cambiare parole? Mi sembra un po' democristiano". Ma orima, Donatella Rettore non ha più freni: "Dipende dal modo in cui uno lo dice: se tu dici brutto ne*ro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra”. Su Twitter, la polemica degli spettatori: "Dov'è la libertà nell'insultare?". 

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