
Mare Fuori 5, Francesco Luciani: “Ho lavorato in fabbrica, vengo da una Milano diversa da quella di Samuele”

Nato a Mezzate, in provincia di Milano, Francesco Luciani è Samuele in Mare Fuori 5. In un'intervista a Fanpage, l'attore racconta di aver dovuto imparare a fare i conti con i commenti negativi rivolti al personaggio che interpreta, che è il villain dell'ultima stagione: "Se ci sono, significa che ho fatto bene il mio lavoro". Come il detenuto milanese all'interno dell'IPM, spiega col sorriso sulle labbra di aver fatto fatica a comprendere alcuni colleghi: "Su tutti, Artem e Domenico Cuomo. Dopo averci preso confidenza, però, le cose sono andate meglio". E su Napoli: "Ci sono stato per quattro mesi per le riprese. È una città faticosa in cui vivere, ma che alla fine ti vivi bene grazie ai napoletani".
Samuele è il villain per eccellenza di Mare Fuori 5. Com'è stato interpretare un personaggio così complesso?
Ho dovuto imparare a fare i conti con i commenti negativi del pubblico. Leggere le loro reazioni mi diverte, perché se Samuele viene odiato, significa che ho fatto un buon lavoro.
Hai qualche aneddoto da raccontare sul provino?
Mi trovavo alla stazione Termini di Roma per andare a Napoli, quando vedo questa ragazza. Saliamo sul treno insieme e ci sediamo, per caso, uno di fronte all'altra. A un certo punto, mi arriva una chiamata dalla casting director di Mare Fuori che mi dice: ‘Guarda che sei sul treno con un'altra attrice'. Arrivato sul set, l'ho rivista e ho capito che era George Li (l'attrice che ha interpretato Lorenza, la figlia della direttrice, ndr).

Risponde ai requisiti del classico bullo, è omofobo e spesso violento. Hai mai avuto "un Samuele" nella tua vita? Ti sei mai trovato dall'altra parte?
Premetto che non condivido niente di Samuele, ma credo che sia una persona piena di contrasti. Spesso sbaglia, è vero, ma probabilmente molte delle cose che fa le fa solo per farsi notare. Credo che sia successo un po' a tutti di trovarsi in una situazione simile. Credo di avere anch'io, dentro di me, un po' di Samuele, credo che lo abbiamo tutti.
Lui e Federico, hanno spesso difficoltà a comprendere gli altri detenuti dell'IPM per il fatto che parlino in dialetto napoletano. Sul set ti è mai capitata una cosa simile?
Assolutamente sì (ride, ndr). Inizialmente ho fatto molta fatica, soprattutto con alcune persone, come ad esempio Domenico Cuomo e Artem, che interpretano Cardiotrap e Pino. A un certo punto, però, entrandoci in confidenza, ho iniziato ad essere sulla loro stessa linea e a comprenderli.

Conoscevi la serie, prima di entrare a far parte del cast?
La conoscevo perché mio padre è sempre stato un grande fan, l'ho scoperta tramite lui. A volte mi ritrovavo la sera a guardare qualche puntata, ma non l'ho mai seguita più di tanto. Appena ho avuto la conferma di aver preso la parte, però, ho fatto una full immersion e ho recuperato tutto ciò che dovevo, per entrare a pieno nell'idea del progetto.
C'è stata una scena che ti ha messo particolarmente alla prova come attore o che ricordi più di altre?
La più difficile da girare credo sia stata quella che tanti odiano, in cui Samuele rompe le dita della mano a Cardiotrap, impedendogli di suonare. In quelle poche battute tra i nostri personaggi ci sono tante altre parole non dette, tanti sguardi che ci siamo scambiati, che ci hanno fatto capire di più l'uno dell'altro.

Cioè, cosa avete capito?
Ho scoperto una professionalità da parte di Domenico che non avevo capito a pieno fino a quel momento, che mi ha permesso di aprirmi di più, di fidarmi di lui al 100% come professionista.
Arrivati a questo punto della storia, non abbiamo ancora scoperto cosa si celi dietro tutta l'aggressività di Samuele. Che idea ti sei fatto del suo personaggio?
È sicuramente un personaggio difficile con cui empatizzare, ma apprezzo molto di lui la sua capacità di farsi scivolare le cose addosso, senza che lo tocchino minimamente. In alcune situazioni, credo sia importante staccarci da ciò che pensa la gente e restare con noi stessi. Lui, questa capacità, ce l'ha.
In uno dei numerosi flashback, concede a Federico, interpretato da Francesco Di Tullio, di fare l'amore con la sua ragazza. Quale significato ha, secondo te, quel momento?
Credo sia una persona che non si voglia legare davvero emotivamente a un'altra, almeno per il momento. Forse lo fa perché, per il suo amico, sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa.
Quella tra loro è una vera amicizia, secondo te?
Credo di sì. Probabilmente, il loro rapporto non sarà utile alla loro crescita personale, ma credo si tratti di un affetto sincero.
Il tuo personaggio non è il primo proveniente dal Nord a entrare nell'IPM, visto che prima c'era stato il "Chiattillo", interpretato da Nicolas Maupas. Si può dire che loro due incarnino due modi diversi di raccontare la gioventù milanese?
Sì, sono d'accordo con questa visione. In tutti i posti ci sono mille sfumature di realtà e di personalità ed è giusto mostrarle. Anche io, tra l'altro, sono cresciuto a Milano, tra i quartieri di Lambrate, Loreto e Piola. La mia gioventù milanese era ancora diversa da quella di Samuele e del Chiattillo, era basata su cose molto semplici: gli amici, le panchine al parco e qualche birra in mano.
Poi ti sei trasferito a Roma…
Sì, è successo nel 2022. Finita la scuola, non sapevo cosa fare e per mettermi in chiaro le idee ho lavorato per un anno in fabbrica, dopo ho deciso di andare nella Capitale per frequentare l'Accademia di recitazione. Successivamente, ho vissuto anche a Napoli per quattro mesi, per girare la serie.
Come ti sei trovato lì?
Sicuramente era un contesto molto più ristretto rispetto a quello di Roma o Milano, a cui ero abituato. Dico sempre che Napoli è una città faticosa da vivere, ma che ti vivi bene grazie ai napoletani.



