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Mare Fuori 4

Enrico Tijani di Mare Fuori: “Da piccolo ho subito razzismo. Oggi sogno di aiutare la mia famiglia in Africa”

Enrico Tijani si racconta a Fanpage.it tra carriera e vita privata. 21 anni, originario del Ghana, interpreta Diego Dobermann in Mare Fuori 4: “Il mio obiettivo è lavorare tanto per permettermi di fare del bene in Africa. Vorrei aiutare tante persone, in primis la mia famiglia”. Sul set riesce a liberare le sue emozioni: “Mi sembra di essere in una scatola magica”.
A cura di Gaia Martino
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Enrico Tijani è l'attore che interpreta Diego Dobermann in Mare Fuori 4. Originario del Ghana, ha 21 anni e nella serie tv di successo veste i panni di un clandestino giunto in Italia per mare. Orfano di madre, morta annegata per salvarlo, in Ipm si innamora di Kubra (interpretata da Kyshan Wilson) e grazie a lei riesce a diplomarsi argomentando un lungo discorso sul tema dell'immigrazione: a Fanpage.it racconta di aver provato tanta ansia nell'interpretare quella scena. Oggi si divide tra studi di recitazione e set fotografici sui quali posa come modello: "Il mio obiettivo è lavorare per aiutare tante persone, in primis la mia famiglia, in Africa".

Sei rientrato da poco dal tour del musical di Mare Fuori. Com'è andata questa esperienza?

Bene, è stata fantastica. Ha fatto tantissimi sold out, sono molto contento. Ringrazio il regista, Alessandro Siani, e il mio gruppo perché sono diventati la mia famiglia. Abbiamo legato tanto, per me è stata una crescita personale. Spero che un giorno ci ritroveremo.

In un'intervista per Chi raccontasti che la serie ti ha "salvato". Da cosa? 

Mi ha fatto scoprire il mondo della recitazione. A 13 anni feci il mio primo musical, Romeo e Giulietta, e fu un'esperienza pazzesca. Avevo tanti bei ricordi e grazie a Mare Fuori ho riabbracciato questa arte. Mi risulta difficile esprimermi nella vita di tutti i giorni e grazie alla recitazione riesco a tirare fuori tutte le mie emozioni.

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Come sei entrato in connessione con il tuo personaggio?

Mi ha aiutato tanto il mio viaggio in Africa. Sono stato lì per quattro anni, vivevo a casa di mia nonna con tutti i miei cugini. È stata un'esperienza fantastica, che mi ha segnato molto e che mi ha aiutato a capire il mio personaggio.

Avete vissuto vicende simili?

No, lui ha un vissuto diverso dal mio. Anche caratterialmente siamo diversi.

Ti ha cambiato, in qualche modo, Dobermann?

Mi ha insegnato ad essere determinato e coraggioso, anche più empatico e per questo lo ringrazio. Ho accettato i suoi difetti, i suoi pregi. Ho imparato a non giudicarlo per i suoi comportamenti o per i suoi gesti.

Sei originario del Ghana, ci racconti della tua famiglia? 

Sono sia ghanese che nigeriano. Mia madre è nigeriana e mio padre ghanese. Lui è separato da mia madre e ha altri figli, nati da diverse mogli. Ho sei fratelli in Ghana e mia sorella che vive in Nigeria con mia zia.

Come mai sei arrivato a Napoli?

Io e mia sorella siamo nati a Napoli, sono cresciuto qui. A 7 anni andai in Ghana e dopo la separazione dei miei genitori, mia madre decise di andare in Nigeria. Io vivevo con mio padre, lui mi fece venire qui in Italia per vivere con coloro che chiamo "i miei nonni".

Non lo sono sul serio?   

Sono delle persone che hanno aiutato mio padre quando lui aveva la mia età. Sono cresciuto con loro, quindi per me sono dei veri e propri nonni.

Nella stessa intervista citata prima, raccontasti di essere stato vittima di episodi di razzismo. Cosa è successo in particolare?

Specialmente da piccolo venivo guardato con occhi diversi e questa cosa la percepivo. Sentivo paroline e insulti, ma non mi sono mai sentito ferito o turbato. Mi ritengo superiore, sono sempre andato avanti per la mia strada.

Come si sposa la tua timidezza con il palco e la sovraesposizione? 

Quando recito mi sento completamente un'altra persona. In tournée ballavo e cantavo, mi sentivo in una sorta di scatola magica. Sul palco non vedo e non sento nessuno, mi sento bene e mi diverto. Riesco a esprimermi, a emozionarmi più facilmente. È tutto magico e mi piace.

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È diventata virale la tua esibizione davanti a Kubra all'interno dell'Ipm. A te è mai capitato di fare una serenata a qualcuno?

No, io sono molto diverso da Dobermann. Ci vuole coraggio per fare una cosa del genere, io sono timido. Quella è stata divertente.

Stai studiando recitazione. È questa la strada che vuoi percorrere? 

Sì, se voglio continuare a lavorare sul serio in questo mondo bisogna studiare. È iniziato tutto in fretta e se voglio un futuro in questo settore bisogna dedicarsi, essere ambiziosi, avere sempre fame, cercare di aggiornarsi e migliorarsi. Altrimenti resto fermo, bloccato, e non va bene.

Ce l'hai un sogno nel cassetto? 

Sì, ma sono scaramantico.

Un obiettivo? 

Lavorare tanto per permettermi di fare del bene in Africa. Ho degli obiettivi lì, ma non voglio svelare nulla. Anche nel mio Paese di origine, sia in Ghana che in Nigeria, vorrei aiutare tante persone, in primis la mia famiglia. Non perché stiano male, ma mi piace aiutare le persone. Sono sempre stato aiutato, mi vogliono bene tante persone. Mi hanno insegnato che è importante fare del bene.

Ti capita di ritornarci lì, in Africa? 

Non ci torno da 10 anni, andrò a breve. Sono sempre in contatto con i nonni, i miei cugini. Ci videochiamiamo grazie alla tecnologia, riusciamo subito a collegarci. Inviai alcuni video, scene della serie, e mia nonna rideva perché non capiva di preciso cosa dicevamo, però era felice.

È sempre filato tutto liscio sul set?

Per la scena dell'esame avevo ansia per l'importanza del tema di cui parlavo. Mi sentivo responsabile e questa responsabilità mi ha caricato maggiormente di ansia.

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Che rapporto avete tu e Kyshan Wilson? 

Siamo amici. Lei è una ragazza brillante, bravissima, mi aiuta molto. Mi è piaciuto lavorare con lei sul set perché è molto empatica, mi ha messo da subito a mio agio. Ci divertivamo a fare quelle scene insieme, è figa.

Ti piacerebbe se Kubra e Dobermann iniziassero una vera storia d’amore?

In realtà no. Spero che il mio personaggio ora ritorni dai suoi amici. È stato bello scoprire l'amore, però credo che gli manchino i suoi amici, Cucciolo e Micciarella. Dobermann si è chiuso in una bolla, si è isolato, e vorrei che ora tornasse nella gang.

Vedremo cosa succederà nella quinta stagione, quindi.

Sì, ci sarò.

Dobermann e Kubra, Mare Fuori 4
Dobermann e Kubra, Mare Fuori 4

Continui a fare il modello? 

Sì. Bisogna dedicarsi al 100 % ad una cosa per ottenere dei risultati e ora mi sto concentrando sulla recitazione, ma non voglio abbandonare la moda perché mi piace. Quando riesco, cerco di riempire le giornate libere con quest'altro lavoro.

Tra tutti questi impegni, non c'è spazio per l'amore? 

Per ora no, ma non voglio limitarmi.

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