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Lino Barbieri: “Al Bagaglino tutti pensavano fosse una passeggiata con le ballerine, ma Pingitore ci faceva filare”

Intervista a Lino Barbieri, imitatore con quarant’anni di carriera e un successo luminoso nella tv degli anni ’80-’90: “L’esordio con Sabani e le serate con Raffaella Carrà, ma i ricordi più belli sono quelli del sabato sera al Bagaglino”. Oggi gira i teatri con le sue imitazioni in ologramma: “Sono della scuola tradizionale, ogni personaggio richiede dalle due alle tre ore di trucco”.
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"Tutti pensavano che al Bagaglino ci divertissimo con le ballerine, invece Pingitore ci faceva filare dritto". Lino Barbieri, 57 anni, nonno di tre nipoti e papà fresco di un bambino di sei mesi, sfata il mito della televisione spensierata degli anni '90. Dietro quei 10 milioni di spettatori del sabato sera, Lino Barbieri spiega a Fanpage.it che c'era disciplina da esercito: prove dal lunedì al sabato e il maestro Pingitore che non lasciava nulla al caso. Tanto lavoro, ma anche tante soddisfazioni: "Immagina, il 1996, un teatro dell'ottocento in una location fantastica, Piazza di Spagna. Esci sul palco e in prima fila ti trovavi tutta la politica italiana, tutto il gotha della TV italiana. Non dimenticherò mai cosa mi disse Berlusconi".

Oggi l'imitatore napoletano gira i teatri con ologrammi e tecnologie LED. La sua imitazione di Francesco Emilio Borrelli ha fatto 2 milioni di visualizzazioni, rivelando una Napoli spaccata: "C'è gente che mentre viene aggredito dice ‘ma questo rompe le scatole'. Nel 2025 c'è ancora chi sposa l'illegalità. Anche nei video mi insultano credendo che io sia lui".

Una carrellata dei recenti personaggi di Lino Barbieri (da sx: Francesco Emilio Borrelli, Andrea Bocelli, Aurelio De Laurentiis)
Una carrellata dei recenti personaggi di Lino Barbieri (da sx: Francesco Emilio Borrelli, Andrea Bocelli, Aurelio De Laurentiis)

Hai una carriera ricchissima, piena di personaggi e con te si può parlare di tutto. Ma prima di parlare di quel che è stato, parlerei di quel che è. Una delle ultime imitazioni è quella del politico napoletano Francesco Emilio Borrelli, personaggio che campeggia nella cronaca locale e nazionale praticamente tutti i giorni. 

È un personaggio che nasce per caso. Conosco il politico da tanti anni e per altri motivi, per la simpatia artistica che aveva nei miei confronti quando imitavo il personaggio di Diego Armando Maradona. È vero, però, che ho sempre apprezzato quei politici che ti danno spunto. Tanti anni fa, per esempio imitato Pecoraro Scanio.

Hai sempre avuto un debole per i politici "verdi". 

No, ruota sempre tutto intorno solo personaggi. Il problema dell'imitazione non è soltanto la riproduzione tecnica, quella può essere anche facile. Devi entrare nell'anima, inventare qualcosa, no? E allora io così ho fatto in tutta la mia carriera. Penso al personaggio di Roberto Saviano, tecnicamente non è perfetto, ma gli creo un'anima attorno, un contrasto e allora riesce. Invece Borrelli per fortuna mi riesce pure tecnicamente. Il primo video che pubblicammo – con Nello Pennino alla regia e Lello Marangio che cura i testi con me – fece 2 milioni di visualizzazioni. Poi devo dire che lo stesso è venuto al teatro a vedermi, a vedere lo spettacolo mio dove i miei personaggi spuntano registrati come ologramma. Si è divertito molto.

Proprio di recente è stato vittima di un'aggressione. 

Gli ho scritto, infatti. l fatto che lui venga aggredito non mi stupisce perché conoscendo la città di Napoli è facile che avvenga. Ma a me quello che stupisce di più sono coloro che mentre viene aggredito dicono "ma questo rompe le scatole alle persone". Queste cose io non le riesco a concepire nel 2025. Cioè c'è gente che praticamente sposa l'illegalità. Gente che avalla l'illegalità perché come si è sempre detto a Napoli, "quello deve mangiare". Questa cultura tremenda è rimasta. È la cosa che per me è inconcepibile. Me ne accorgo anche quando pubblico i video. Il 50% non si accorge che sono io, crede che io sia Borrelli. E mi insulta.

Hai parlato di "ologramma". Nei tuoi spettacoli ricorri alla tecnologia per dialogare coi tuoi personaggi. 

Assolutamente. Altrimenti restare solo in scena per tanto tempo, può diventare stressante per il pubblico. È uno spettacolo che si chiama "Ospiti a sorpresa" e l'ologramma è anche un'esigenza scenica. Faccio anche uno spettacolo nuovo, "Tutto Lino", nel quale dialogo con un'attrice.

Perché l'ologramma è un'esigenza?

Il trucco per ogni personaggio necessita di almeno due ore, come minimo. È una tradizione che mi fa piacere portare avanti, proprio come facevo al Bagaglino.

Che tempi erano quelli del Bagaglino? 

Bei tempi. Tantissimi politici venivano lì, facevano la fila. Abbiamo preso in giro chiunque, anche Andreotti si faceva sfottere. Sono stati anni bellissimi, ogni settimana era come portare una commedia nuova in televisione. Tutto questo mi ha formato mentalmente, anche perché poi lì, fortunatamente, ho fatto anche qualche stagione teatrale e stando sul palco sei mesi in scena con quei mostri sacri, era come fare scuola di recitazione senza spendere un solo euro e anzi ti pagavano pure. Sei mesi su un palcoscenico con persone del calibro di Oreste Lionello, per esempio, non si può che imparare, ero come una spugna.

Prima ancora, gli esordi con Stasera mi butto di Gigi Sabani e il varietà su Rai2, "Ricomincio da due" con Raffaella Carrà. 

Sono legatissimo ai miei esordi con Sabani e soprattutto con Raffaella Carrà. Fu una collaborazione incredibile, il personaggio di Maradona raccolse un successo internazionale. La mia imitazione era famosa in tutto il mondo e ancora oggi mi fermano per strada chiedendomi di ripetere "e vola, e vola, e vola". Però…

Lino Barbieri negli anni ’90 nell’imitazione di Diego Armando Maradona (a dx: Carlo Frisi)
Lino Barbieri negli anni ’90 nell’imitazione di Diego Armando Maradona (a dx: Carlo Frisi)

Però?

Però quando penso a quei sabato sera del Bagaglino: 10 milioni di italiani incollati alla tv. Penso a quella disciplina che avevamo. Molti amici pensavano: eh, ti diverti con le ballerine.

Non era vero?

Ma va'. Dovete sapere che il Bagaglino era come se fosse una scuola col preside, Pingitore, che ci faceva rigare dritto manco se fossimo nell'esercito. Si provava dal lunedì al sabato fino alle 20. Poi c'era il collegamento col Tg5, dopodiché potevamo rilassarci, ma solo per un attimo perché dovevamo prepararci per andare in diretta. Per cui, diciamo che è stata una grande formazione e ringrazio per tutta la vita Pingitore che mi scelse per quella stagione.

Quanti anni avevi? 

Ero giovanissimo, 28 anni. Immagina, il 1996, un teatro dell'ottocento in una location fantastica, Piazza di Spagna. Esci sul palco e in prima fila ti trovavi tutta la politica italiana, tutto il gotha della TV italiana. Ti trovavi Bonolis nei camerini che ti faceva i complimenti. Ho incontrato anche Silvio Berlusconi.

Cosa ti disse? 

Era il 1999. Avevo la febbre altissima, Pingitore mi chiese se me la sentissi, io gli risposi di sì. Nei camerini, Lionello mi massaggiava con l'alcool dietro la schiena, rimedi antichi. Volevo fare lo spettacolo proprio perché sapevo che c'era lui. Alla fine, sento bussare al camerino, apro la porta e me lo ritrovo davanti. "Senti, giovanotto, ho saputo che hai la febbre alta, sei molto bravo, ma riguardati, mi raccomando". Io gli dissi: "Signor presidente, manco il sindaco di Qualiano (paese in provincia di Napoli, ndr) avrebbe fatto un gesto del genere". E lui scoppiò a ridere perché era vero.

Hai tre figli grandi dal tuo primo matrimonio. Quest'anno sei diventato di nuovo papà. 

Ha sei mesi e mezzo. È una grande emozione perché questo bambino ha già tre nipoti più grandi di lui, sono i figli del mio primo figlio. È un'emozione molto forte, una grande gioia anche perché ho assistito al parto.

Che emozione c'è nel diventare di nuovo a padre alla tua età?

È un'emozione diversa, molto più forte. C'è più consapevolezza, sono in un'età bellissima che mi consente di apprezzare tutto. Il mio secondo figlio, 24 anni, si sta laureando in economia e vive con noi. Ecco, vedere questo fratellone con il piccolo in braccio mi emoziona tantissimo. Seppur fratelli di madri diverse, vederli addormentarsi insieme è una cosa impagabile.

Lisa Fusco, a Fanpage.it, ci ha detto che per cercare di superare i provini a Tale e Quale Show ha studiato con te. 

Le dissi: "Guarda, secondo me tu entrerai soprattutto per una cosa, sei una cantante. E sei simpatica". Siccome ultimamente ho visto che lì prendono anche persone solo per la simpatia, ho pensato che un personaggio come il suo, che fa il verso alle soubrette classiche e che soprattutto sa cantare, poteva fare al caso del programma. Ha una duttilità vocale propria dei cantanti, poteva farlo a mani basse.

Ecco perché a Tale e Quale Show vincono sempre i cantanti. 

Esatto. Pensiamo a Francesco Cicchella. Straordinario imitatore, ma soprattutto un grande cantante. Mi è dispiaciuto comunque che non abbiano preso Lisa perché poteva fare molto bene. Quando ho letto il cast e ho visto che hanno preso Carmen Di Pietro, ecco, ho pensato che non l'hanno presa certamente per la vocalità. L'hanno presa per la quota simpatia. Lisa Fusco avrebbe unito le due cose.

Chi è il più grande imitatore al momento?

Se parliamo di tecnica, ce ne sono tanti molto più bravi di me. Claudio Lauretta è perfetto, geniale. Lo stesso Cicchella, penso anche a Vincenzo De Lucia. Incredibile, non capisco come faccia uno come lui a riprodurre perfettamente i vocali femminili. Siamo abituati all'uomo che fa il falsetto, ma in quel caso De Lucia prende i timbri vocali in pieno. Un fenomeno. Se devo mettere un collega in cima, però, metto Maurizio Crozza, per completezza. Lui non fa personaggi perfetti, non si può negare che il De Luca di Crozza per esempio sia un De Luca perfetto, ma riesce a mettere completezza, riesce a mettere un'anima. La stessa cosa che sa fare Corrado Guzzanti. Le sue imitazioni non sono tecnicamente perfette, ma hanno un'anima. E, se me lo consenti, anche il mio Maradona non è mai stato una grande imitazione, ma a trentacinque anni di distanza mi fermano ancora per strada per chiedermelo e sento di avergli dato una completezza. Ecco, se mi danno un po' di spazio, penso di meritare anche io il podio.

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