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Di Liberatore: “Affari Tuoi ha ribaltato avvio difficile, in estate serve altro. Dopo Ballando il sabato va rinforzato”

Il direttore intrattenimento prime time della Rai Williams Di Liberatore, in un’intervista a Fanpage analizza l’autunno caldo: “Porto avanti scelte fatte prima di me, dal 2026 ci sarà impronta più personale”. Dall’access con Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna che pare la nuova prima serata, l’avvio di Ballando con le Stelle e poi Fiorello e il ritorno di Barbara D’Urso, fino a Gazzoli per Sanremo Giovani.
A cura di Andrea Parrella
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La sfida della Rai non è contro Mediaset, ma contro se stessa. Pare essere questo il mantra di Williams Di Liberatore, da pochi mesi direttore dell'intrattenimento prime time Rai, che racconta a Fanpage.it questa stagione di transizione: dalla sfida più calda della tv, quella Stefano De Martino e Gerry Scotti, passando per Ballando con le Stelle di Milly Carlucci, Sanremo Giovani con Gianluca Gazzoli e poi Fiorello e Barbara d'Urso. Una programmazione che inizierà ad avere la sua impronta a partire dal 2026, quando punta a nuove soluzioni per il sabato sera di Rai1 e un'alternativa ad Affari Tuoi per l'estate, dopo aver gestito la grana della scorsa stagione estiva con la vicenda Techetechetè. La filosofia di Di Liberatore in questa stagione di transizione sembra quindi chiara: stabilizzare ciò che funziona e cercare nuove idee, senza soluzioni anti-Mediaset o anti-De Filippi.

Partiamo dalla notizia più fresca, la scelta di Gianluca Gazzoli alla conduzione di Sanremo Giovani

Lo confermo, nelle scorse ore era una cosa in dirittura d'arrivo, è una figura scelta insieme al direttore artistico Carlo Conti.

Si tratta di una scelta in sostanziale continuità con quella di Alessandro Cattelan nella scorsa stagione, i due profili sono per certi versi simili.

Sicuramente stiamo parlando di un personaggio nuovo, che ha già fatto delle esperienze Rai. Su Sanremo Giovani l'idea è quella di andare ogni anno alla ricerca di soluzioni che possano essere fresche e più adatte ai giovani, d'altronde la riconoscibilità di Gazzoli dipende anche dal successo del suo podcast, dalla freschezza e dall'aver maturato delle esperienze negli ultimi anni.

Tra le ipotesi circolate per Sanremo Giovani c'è anche quella di Belen Rodriguez alla guida di Sanremo Giovani. È possibile immaginarla al fianco di Gazzoli?

Si tratta di una voce di corridoio. In questo momento noi procediamo a piccoli passi, siamo arrivati intanto a stabilire la conduzione e non ci sono altri sviluppi dal punto di vista editoriale o progettuale per il momento, se non quelli legati al regolamento di Sanremo.

Il cast di Sanremo Giovani può quindi considerarsi chiuso?

Non possiamo ancora dirlo in definitiva, dobbiamo metterci a tavolino, però obiettivamente sì, in questo momento era l'elemento principale da portare a casa.

È la sua prima stagione alla guida del genere intrattenimento Prime Time, il più pregiato della Tv. Il suo incarico inizia la scorsa primavera e sull'attuale programmazione non c'è ancora il suo timbro. 

In questo momento il grosso del lavoro è portare avanti quelle che erano le scelte già fatte in passato che ho ereditato e sto cercando naturalmente di ottimizzare quelli che sono i programmi in essere. Rai1 è sostanzialmente in continuità col passato recente, su Rai2 ci sono già programmi avviati e vedremo una nuova produzione in prima serata dopo Lo Spaesato di Mammucari, che è il remake di Chi ha incastrato Peter Pan? coi The Jackal.

Per questa produzione non c'è ancora un titolo definitivo?

No, il titolo non è ancora definito, ci stiamo ragionando. Sempre su Rai 2 andremo in continuità con alcuni titoli già inseriti e facenti parte della precedente gestione, per poi inserirne di nuovi. Diciamo che nel 2026 inizierà a prendere un'impronta più personale.

Pur non essendo sua la matrice, come valuta questi primi mesi in termini di risultati?

Il bilancio è piuttosto positivo. Abbiamo avuto il completamento di una stagione musicale e di intrattenimento partita quest'estate, dal Tim Summer Hits ai Tim Music Awards all'Arena di Verona, ma anche esperienze territoriali che ci hanno dato dei buoni frutti come La notte dei serpenti, La notte della Taranta che si consolida. Sono tutti titoli che hanno avuto un ottimo riscontro in termini di ascolti. Ma quella non è l'unica variabile di misurazione che ci ha dato garanzie.

Qual è l'altra?

È quella del percepito e mi piacerebbe sottolinearla, perché la variabile del percepito è quella che mano a mano cambierà il contesto di riferimento, che influisce oltre il dato numerico dal punto di vista qualitativo, sia in termini di costruzione di immagine di un programma di intrattenimento che dal punto di vista dell'impatto pubblicitario.

Lei ha lavorato per molti anni in Rai Pubblicità, quando incide questa variabile del percepito sul mercato pubblicitario oltre i numeri freddi degli ascolti? 

Incide perché motiva il telespettatore, ma anche l'azienda nell'associarsi ad un prodotto, ad un mood. È una variabile che ha più lati e sfaccettature, da quella televisiva a quella digitale, quella social, ma anche per la ricaduta sul territorio. Queste sono tre chiavi anche in ambito pubblicitario vanno sempre più tenute in considerazione e che accrescono il livello di interesse degli investitori pubblicitari.

Sull'autunno, invece, cosa mi dice?

Trovo ci sia stato un ottimo avvio, sia per Carlo Conti con con Tale e quale show che per Ballando con le Stelle. Il programma di Milly Carlucci quest'anno ha un cast che noi reputiamo veramente forte.

L'avvio di Ballando ha avuto qualche incertezza in termini di numeri. 

I numeri ci stanno dando ragione in questo momento perché sono in linea con il passato e perché c'è un mercato altamente concorrenziale, non lo scopriamo noi in questo momento. Ha senso parlare del confronto con noi stessi, al netto di una concorrenza agguerrita. Molto più agguerrita.

Lei dice che la valutazione si fa su se stessi, ma è anche vero che in Tv la narrazione degli ascolti si articola su conflitti e scontri, chi vince e chi perde. Questa cosa può incidere su quel famoso percepito?

Capisco il punto, ma il concetto di vincere e perdere in questo momento vale in relazione al misurarsi con se stessi, questa è la verità. È quello che l'azienda deve fare, tenendo conto naturalmente del contesto di riferimento. Il resto fa parte di statistiche, di colore e narrazione, che sono certamente parte del gioco e danno linfa al dibattito attorno alla televisione. Viviamo anche di quello.

A proposito di questo, è inevitabile un passaggio sull'access prime time, con la sfida tra De Martino e Scotti che ha reso questa fascia la vera prima serata. È una definizione corretta?

Sicuramente l'access ha acquisito un'importanza centrale, soprattutto dopo che la concorrenza si è attrezzata. Va detto che sull'access è da un po' di anni che tutti cercano di scommettere, è la grande torta. I programmi in quella fascia stanno diventando dei game show nei quali la componente di show inizia ad avere una prevalenza. Non è sicuramente il sostituto della prima serata, però è lo spazio in questo momento più interessante e dinamico.

Affari Tuoi l'anno scorso ha dominato la fascia, sostanzialmente senza avversari. Quest'anno invece le cose si sono complicate con la concorrenza de La Ruota della Fortuna. Siete preoccupati?

Su Affari Tuoi noi siamo in linea con gli altri anni in termini di numero di teste e i risultati sono ottimi. Siamo stati un po' penalizzati dall'estate, perché siamo partiti in ritardo rispetto alla concorrenza, però adesso abbiamo recuperato e ce la giochiamo giorno per giorno. Il dato sorprendente è che in quella fascia abbiamo 10 milioni di persone polarizzate su due prodotti concorrenti, penso sia una bella soddisfazione per tutti.

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Però, detto con onestà, quest'estate avrebbe immaginato una sfida così serrata e una concorrenza a quei livelli dopo il dominio dell'anno scorso?

Personalmente all'inizio ho osservato la situazione ed era chiaro da subito che quello della concorrenza fosse un buon prodotto, funzionale al suo scopo, con una struttura predefinita. Ma ne posso parlare col senno di poi, all'inizio di settembre nessuno poteva prevedere come sarebbero andate le cose. Col passare delle settimane Affari Tuoi ha sostanzialmente riconquistato il suo pubblico, ma diciamo che c'era un'altra parte di platea forse non naturalmente legata al modello di Affari Tuoi che si è aggregata altrove.

Da Mediaset Pier Silvio Berlusconi e lo stesso Scotti rivendicano un prodotto che mette la competenza dei concorrenti davanti alla fortuna. Forse lo scarto di pubblico proviene da questo elemento. 

Diciamo che si tratta di due prodotti diversi, perché uno predilige il modello partecipativo, l'altro quello tensivo. Sono elementi molto complessi da prevedere, molto spesso stanno negli sviluppi naturali di un programma, ma negli equilibri tra game e show c'è da tenere conto di questi due fattori e chiaramente il pubblico si divide in base alle proprie preferenze.

De Martino al festival di Fanpage di alcune settimane fa sottolineava la difficoltà di investire anche su nuovi formati. State ragionando sull'ipotesi di alternative per non spremere troppo Affari Tuoi?

In questo momento stiamo facendo tutte le analisi e le valutazioni sul marketing per migliorare giorno per giorno quella che è la performance del prodotto attuale. Allo stesso tempo ci sono valutazioni per capire se in estate possano esserci titoli alternativi da inserire.

Una sorta di alternanza similare a quella tra L'Eredità e Reazione a Catena?

È una fase di analisi, non siamo ancora in un momento decisionale, non so dire in questo momento che prodotto sarà, se prevarrà l'elemento di engagement o di gioco.

Lei parlava del 2026 come momento in cui darà una forma più sua alla programmazione e quindi parliamo del sabato sera. Dopo il trimestre di Ballando, Rai1 fatica da anni a trovare un'alternativa concreta a Maria De Filippi. Avete delle idee?

Io personalmente sto immaginando approcci non concorrenziali. Sicuramente serve un sabato sera rafforzato, attraverso nuovi formati o forse delle ricombinazioni di palinsesto. Di certo rafforzare quella fascia in inverno e primavere è una priorità. Stiamo provando a trovare una serie di prodotti o di soluzioni che consentano alla Rai di tornare protagonista.

Cosa intende per offerta non concorrenziale?

Un'offerta che guardi ai telespettatori e li accontenti in tutti i loro gusti, affinché possano scegliere tra prodotti differenti nel panorama nazionale. si tratti di emotainment o di momenti di spettacolo.

Quando parla di spettacolo intendiamo un varietà.

Sicuramente prodotti ambiziosi nell'ambito dello spettacolo e dell'intrattenimento, della musica, anche dell'ironia, quindi cercare di trovare delle chiavi che possano essere differenzianti. L'agonismo, la sfida con la concorrenza, deve portare a differenziarsi, ampliare il ventaglio di opportunità per il pubblico. Non è che non terremo conto della competizione, ma vogliamo un posizionamento autonomo.

Quindi non ci sono ancora nomi su cui puntare, ad esempio immaginando una sfida De Martino-De Filippi al sabato sera che potrebbe essere accattivante anche sotto il profilo della narrazione?

Anche qui è prematuro parlare. Ora come ora stiamo studiando i diversi spazi di palinsesto e serve stabilire dei budget a loro volta da riempire con dei titoli. Va anche detto che il 2026 sarà un anno particolarmente frastagliato. Ci saranno le olimpiadi a febbraio, i mondiali di calcio a giugno e in mezzo Sanremo, che è sempre il prima e dopo della stagione televisiva.

Insomma, non c'è ancora un nome attorno al quale strutturare un'idea per il sabato sera di Rai1 in inverno. 

Di sicuro sono dell'idea che si debba puntare prima sul prodotto che su un volto o un nome. E poi va detto che anche i talent di punta che abbiamo in questo momento ci hanno insegnato che è utile costruire una compagnia di giro su un programma, l'idea della comitiva. Questa cosa smitizza anche la conduzione come unico riferimento.

A proposito di volti di punta, parliamo di Fiorello. Si vocifera della possibilità che il suo La Pennicanza, oltre che in radio, possa andare anche in seconda serata su Rai2.

Lavorare con Fiorello è bellissimo perché sorprende i telespettatori e sorprende noi. Su questa cosa ci possiamo aspettare di tutto, stiamo un attimo a guardare come evolve lo start in radio e e saremo ben lieti di accoglierlo e avere anche soluzioni che possono essere positive.

D'altronde il programma, come tutte le trasmissioni radio, viene anche ripreso da una regia, quindi la soluzione di una replica video di quello che si ascolta esiste. 

Su questo davvero non ci sono elementi per poterlo dire al momento. Credo dipenderà tutto dall'impatto del programma radio nelle prime settimane.

Altro nome di cui si parla è quello di Barbara D'Urso e di Ballando con le stelle come di un primo passo per il ritorno in Rai. Lei ai palinsesti ne aveva parlato come una possibilità, ci sono novità per il futuro prossimo?

Resto a quanto detto ai palinsesti. In questo momento non non stiamo parlando di ipotesi concrete. Barbara sta facendo un percorso fantastico a Ballando, è veramente un valore aggiunto e personalmente la considero una grande professionista. Direi di concentrarci su quello che sta facendo ora e poi vedere cosa accadrà.

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Chiuderei ancora su Sanremo, lei faceva parte della delegazione Rai che è stata protagonista del braccio di ferro con il comune. Mi dice quale è stato il punto su cui rischiava di saltare il banco?

Quello di cui ci siamo occupati era di trovare un'aderenza specifica e precisa a quella che era il bando pubblicato dal comune, cercare di definirne i dettami e revisionare tutta una serie di aspetti legati al passato. È stata un'operazione di customizzazione congiunta.

Quindi è stata sostanzialmente una telenovela e mai c'è stato il rischio che il rapporto tra Rai e Sanremo non proseguisse?

Come tutti i processi di definizione, esistevano criticità pur piccole ma tali, che hanno richiesto un processo complesso per essere superate.

Tra i temi che si credevano al centro degli incontri c'è quello del mondo discografico che da tempo richiede maggiori risorse per portare gli artisti a Sanremo. È un punto sul quale avete chiesto al comune un aiuto economico?

Siamo molto rispettosi delle esigenze e delle opportunità delle discografiche, il festival è anche un propulsore del mercato, e alla fine tutti i partner devono essere posti nelle migliori condizioni per garantire il funzionamento della macchina organizzativa. Siamo stati impegnati soprattutto nel garantire le condizioni logistico/organizzative migliori.

FIMI aveva minacciato senza se e senza ma un boicottaggio di Sanremo. 

Con le discografiche stiamo stiamo andando avanti e i rapporti proseguono in modo costruttivo e maturo. Sono certo che ci verremo incontro e troveremo una soluzione.

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