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Carlo Conti: “Trasgressivo nemmeno da ragazzo, da dj bevevo acqua ma avevo la dongiovannite”

Carlo Conti si racconta in un’intervista parlando dei suoi inizi in radio dove ha imparato tutto quello che sa ancora oggi sul suo mestiere, per poi aprirsi anche dal punto di vista personale: “I miei amici pensavano non mi sarei mai sposato”.
A cura di Ilaria Costabile
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Carlo Conti è uno dei conduttori più amati del piccolo schermo, impeccabile nei suoi programmi, apprezzato per la sua correttezza e anche eleganza nel non strabordare mai: "La mia è stata una carriera in crescendo, passo dopo passo, un percorso gradino dopo gradino" ha dichiarato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Eppure, mai avrebbe immaginato che da un gioco sarebbe poi arrivato un enorme successo: "Ho iniziato per scherzo al pomeriggio con il mio amico Andrea, con un giradischi e un registratore imitavamo Arbore e facevamo Basso Sgradimento". 

La gavetta e il successo da deejay

Prima della televisione, però, c'è stata la radio una di quelle emittenti private a Firenze dove iniziò facendo il dj la domenica, senza percepire alcuna paga: "Non c’era nemmeno il regista, facevo tutto io. Allora erano davvero radio private, nel senso che erano private di tutto. Fu un periodo fantastico, mi ha insegnato tutto: a parlare senza avere appigli, la velocità, il ritmo, l’improvvisazione". Dalla radio alla discoteca il passo è stato breve, ma a detta sua, Carlo Conti non è mai stato trasgressivo:

Per niente. Bevevo solo acqua, nemmeno una Coca Cola. Il dj però era al centro dell’attenzione e aveva sempre un bel riscontro femminile, dunque pur non essendo un adone è stato un periodo di notevole allegria e divertimento. Per tanto tempo, fino a prima del matrimonio, ho sofferto di dongiovannite. La mia è una grande forma di amore per le donne, credo nasca dalla figura fortissima di mia mamma per cui nutro grandissima stima e ammirazione, per i suoi sacrifici, per le sue difficoltà.

Carlo Conti e l'amore

L'amore per le donne per anni lo ha portato ad essere lo scapolo tra i suoi amici, come Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni sempre predisposti a relazioni più lunghe: "Per loro io ero l’Alberto Sordi del gruppo, quello che non si sarebbe mai sposato. Quando ho parlato di matrimonio non ci credeva nessuno dei due. Io non avevo mai convissuto prima, mai nemmeno uno spazzolino da denti in più a casa mia". Una delle grandi virtù di Carlo Conti, probabilmente anche in amore, è la capacità di mediare e scontrarsi il meno possibile con chi ha di fronte:

Con me è impossibile litigare. Io non litigo con nessuno. Non capisco perché bisogna farlo. Se fossero tutti come me non ci sarebbe mai stata una guerra nel mondo, cerco sempre il punto di incontro che non vuol dire essere bischeri, ma avere un equilibrio. Quando la gente litiga la verità sta sempre nel mezzo e io cerco sempre quel mezzo.

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