Sara Marino butta il disco dell’ex Tananai nella spazzatura: il gesto che fa infuriare i fan

La vendetta è un piatto che si serve freddo, a volte anche nella spazzatura. Chiedetelo a Sara Marino, la ex di Tananai, che nelle sue storie Instagram, nella prima serata di domenica 28 settembre, ha pubblicato un'immagine che vale più di mille parole. Il disco del cantante milanese è finito dritto nella pattumiera (differenziata: carta, per la precisione).
Un gesto che fa discutere
È un addio molto brusco. Un gesto simbolico molto forte, destinato a far discutere. L'architetta classe 1997, laureata al Politecnico di Milano, ha scelto questo modo tanto diretto quanto eloquente per mettere un punto definitivo alla storia con Alberto Cotta Ramusino, questo il vero nome dell'artista. Il disco – probabilmente una delle prime copie ricevute quando la loro relazione era ancora solida – ha fatto la fine che tocca ai ricordi ingombranti: via, senza troppi sentimentalismi. Questo gesto sta già facendo parlare gli addetti ai lavori e soprattutto i fan sui social. C'è chi la prende malissimo: "Se le parole imbarazzo e disperazione avessero una faccia sarebbe sicuramente quella della ex di Tananai".
La notizia della separazione a giugno
"Looking for una nuova casetta in cui star bene molto presto", aveva scritto Sara Marino in un post precedente, accompagnando l'immagine di un biglietto con su scritto "Casa di Sara". Il messaggio era chiaro già allora: la convivenza iniziata circa un anno fa era arrivata al capolinea nel mese di giugno, e lei si stava già organizzando per ricostruire i propri spazi.

La storia tra i due era iniziata nel 2020, in piena pandemia, quando Tananai muoveva ancora i primi passi nel mondo della musica. Cinque anni insieme, attraversando la gavetta, il successo di Sanremo 2022, la popolarità crescente e tutti gli stravolgimenti che la fama porta con sé. Sara era stata al suo fianco durante l'ascesa, aveva assistito alla trasformazione da Alberto a Tananai, aveva condiviso sogni e progetti. Ora quel capitolo si chiude con l'immagine di un vinile tra i rifiuti. Peggio di così, non poteva finire.