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Kasia Smutniak: “Ho scoperto sulla mia pelle cosa sono i clickbait che distorcono la realtà”

Kasia Smutniak torna a parlare della sua patologia, la vitiligine, puntando il dito contro chi ha strumentalizzato la sua condizione esasperando la realtà dei fatti: “La mia non è una storia tragica, sto da Dio” scrive su Instagram.
A cura di Ilaria Costabile
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Un lungo sfogo quello con cui Kasia Smutniak denuncia l'atteggiamento di alcuni media che hanno strumentalizzato la sua patologia, la vitiligine, per farne dei titoli che potessero accattivare i lettori. Nel messaggio affidato al suo profilo Instagram, l'attrice racconta i motivi che l'hanno spinta a condividere questa parte così delicata della sua vita e del suo percorso, sottolineando come la sua scelta, in alcuni casi, le si sia ritorta contro: "Ho scoperto sulla mia pelle cosa sono i clikbite, la pseudo informazione che fa leva sull'aspetto emozionale, distorcendo la realtà". 

Il percorso di Kasia Smutniak

Non è la prima volta che Kasia Smutniak parla della sua patologia e di come lei stessa abbia voluto raccontarla senza ricorrere a toni tragici, o pietistici, ma solamente raccontato la realtà dei fatti, dalla diagnosi fino all'accettazione del percorso che avrebbe dovuto affrontare con il passare del tempo. Ed è così che, infatti, sul suo account Instagram inizia la sua lunga e articolata riflessione: "Anni fa un dottore tibetanomi ha detto che sono come un serpente, mi sto trasformando, sto cambiando pelle. All'epoca non volevo ‘trasformarmi', pensavo tutto dipendesse dalla mia volontà. Però allo stesso tempo ero attratta dalle unicità degli altri. La mia non è una storia né triste né tragica né tantomeno orripilante . È stato un percorso lungo ma bellissimo, a tratti anche comico", rivela l'attrice.

Il messaggio di Kasia Smutniak ai suoi follower

Per sua scelta, però, non ha mai voluto condividere ogni passo posato lungo quello che lei stessa chiama percorso, ma ha voluto condividerne con i più solo una piccola parte: "Ne ho condiviso solo un pezzetto, portando avanti un messaggio positivo e sperando che la mia testimonianza potesse dare forza a tante persone con la mia stessa particolarità o senza. È stato bello scoprire quanta importanza diamo alle nostre fragilità, quanto queste possano plasmare le nostre vite e quanto è bello liberarsene". Qui, poi, parte la riflessione sulle modalità con cui si affrontano argomenti delicati, parlando impropriamente in certe circostanze di "traumi", "tragedie" e come nel suo caso, sono termini associati all'aspetto fisico e si rivolge a coloro che, magari, stanno vivendo un momento di difficoltà e si sentono presi in giro dall'utilizzo di certi escamotage per attirare l'attenzione:

 Questo mi fa sorridere. Perché in realtà mi sento forte, amata e bella, dentro e fuori. Però vorrei andare oltre questa semplificazione. Penso a chi sta affrontando un percorso, pieno di dubbi, difficoltà e dolore, che legge un articolo del genere, magari la mattina facendo colazione e scopre qual è stata la vera tragedia nella vita di una certa Smutniak. A questa persona rivolgo le mie parole: Non mollare, non farti condizionare dalla stupidità degli altri, non ne vale la pena. La Smutniak sta da dio e te lo dice lei in prima persona. Guarda oltre, scava dentro di te, scoprirai la forza e la bellezza che nessuno potrà mettere in discussione.

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