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Alfonso Signorini prima del coming out: “Vivevo una vita oscura con il terrore di essere scoperto”

“Per anni ho vissuto una vita parallela, nascosta, oscura”: Alfonso Signorini, in un intenso editoriale, racconta gli anni in cui tentava di nascondere la sua omosessualità per paura di essere isolato o giudicato.
A cura di Daniela Seclì
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Alfonso Signorini ha dedicato la copertina del settimanale Chi al matrimonio di Alberto Matano e Riccardo Mannino. Il direttore e conduttore del Grande Fratello Vip ha colto l'occasione per raccontare una parte inedita del suo privato. È tornato con la mente agli anni in cui tentava di nascondere la sua omosessualità, tratteggiando in un editoriale la sofferenza, l'oscurità e il terrore che quei giorni infelici si portavano dietro.

L'infanzia trascorsa a giocare di nascosto con le bambole

"Se penso a me da bambino, mi guardo con tanta tenerezza. Un bambino in prigione": ha raccontato Alfonso Signorini nell'editoriale pubblicato su Chi. Pettinava di nascosto le bambole di sua sorella, ma era sempre in allerta, per paura che la madre e il padre lo sorprendessero: "L’orecchio era sempre vigile: appena sentivo i passi della mamma e del papà avvicinarsi alla mia cameretta, ritornavo a giocare con le macchinine, i cowboy e gli indiani Apaches". Come tutti i bambini, adorava i cartoni animati di Walt Disney, in particolare una scena: "Quella in cui la Fata Turchina agghinda Cenerentola per il ballo al castello del suo principe azzurro". Per Carnevale, scelse di vestirsi proprio da principe azzurro. Crescendo, ha continuato per anni a nascondersi.

Il terrore di essere isolato per la sua omosessualità

"Crescendo sentivo dentro di me che avrei passato il resto della mia vita a nascondermi" e pur di non correre il rischio di essere isolato, Alfonso Signorini iniziò a snaturarsi:

"Per anni, per sentirmi meno isolato e più integrato, ho fatto quel che non avrei mai voluto fare. Ho imparato a dire le parolacce, perché così facevano i maschi del mio quartiere, ho portato le ragazze in camporella e me ne sono pure vantato con gli amici. Ma per me sognavo altro, guardavo sottocchio i compagni più carini, quelli che avevano dietro di loro un codazzo di ragazze, e abbassavo immediatamente gli occhi quando i nostri sguardi si incrociavano nel timore che qualcuno di loro se ne accorgesse".

Il direttore di Chi ritiene che il matrimonio di Alberto Matano e Riccardo Mannino sia una grande conquista e la dimostrazione inequivocabile che l'amore è uno solo e rende la vita meravigliosa. Quindi ha concluso:

"Per anni ho vissuto una vita parallela, nascosta, oscura. Mi sentivo fuori posto ovunque e vivevo nel terrore di essere scoperto, sentivo ovunque i passi intorno a me. Non erano più quelli dei miei genitori, erano quelli di chi mi avrebbe giudicato. Non voglio parlarvi delle sofferenze che ho patito, me le tengo per me: mi hanno aiutato a essere quello che sono e alla fine le ringrazio pure".

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