La letterina a Babbo Natale dei lavoratori dello spettacolo: “Vorremmo tutele. Liberaci dalle brame della politica”

Il settore del cinema e dell'audiovisivo sta ormai attraversando una crisi senza precedenti, dai tagli in manovra, alle criticità riscontrate nel rinnovare un contratto di categoria fermo decenni, le associazioni e i sindacati provano a far valere i loro diritti, non solo tramite manifestazioni, che pure sono state piuttosto frequenti negli ultimi mesi, ma anche messaggi che possano arrivare alle istituzioni. Dato il periodo natalizio, non poteva mancare la consueta letterina scritta a Babbo Natale, nella quale elencano tutto ciò che come lavoratori desidererebbero avere per il prossimo anno.
La lettera dei lavoratori dello spettacolo
"Caro Babbo Natale siamo le lavoratrici e i lavoratori del cinema" questo l'incipit della letterina scritta da Siamo ai titoli di coda, che continua in questo modo:
siamo quelle persone strane che vedi aggirarsi per i set a orari improbabili, cariche di cavi, proiettori, lenti, monitor, stativi, trucco e costumi, nutrite a caffè, cestini e speranza. Sappiamo che sei un esperto di logistica e turni massacranti in una sola notte, quindi, se c'è qualcuno che può capirci, quello sei proprio tu. Solo che noi la "notte magica" la facciamo circa duecento volte l'anno, quando lavoriamo, e senza renne volanti che ci riportino a casa in orario. Anche quest'anno siamo stati bravi. Abbiamo ricordato a tutti che dietro ogni fotogramma ci sono schiene che si spezzano e vite private messe in pausa
La categoria chiede, di fatto, garanzie e tutele che consentano loro di venir fuori da una situazione di precarietà protrattasi per troppo tempo "Vorremmo un rinnovo vero del nostro CCNL, legalizzato e blindato, che ci tuteli davvero" e ancora "Orari umani, sicurezza sul lavoro e un reddito dignitoso". Pur riconoscendo la difficoltà di unire l'intero settore, auspicano una partecipazione più sentita da parte di tutti i colleghi, affinché non diventino anche loro solamente spettatori del loro destino e, ancora, proseguendo nella missiva si arriva ad un punto cruciale, quello della politica:
Un ultimo desiderio, forse il più ambizioso: per favore, liberaci dalle pessime brame della politica. Questa prepotenza di controllo sta devastando l'animo stesso del nostro lavoro, trasformando la creatività in una catena di montaggio. Vogliamo tornare a servire l'arte e il racconto con una intelligenza artigianale creativa, per un'industria dove a contare siano il talento, la visione e la passione, non l'appartenenza o la convenienza politica. Vogliamo ricostruire una cultura di pace e non favorire un futuro bellico.