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Il no degli attori all’ultima proposta per terminare lo sciopero, Hollywood bloccata

Non si ferma la protesta di attori e attrici in America. Dopo oltre 100 giorni di sciopero il sindacato ha detto no all’ultima e definitiva proposta dei produttori per chiare divergenze sulla questione dei salari e dell’intelligenza artificiale.
A cura di Andrea Parrella
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Nulla di fatto, prosegue lo sciopero degli attori di Hollywood, dopo il no alla proposta arrivata dagli Studios per risolvere lo stop a riprese e lavorazioni iniziato lo scorso luglio. Stando alle notizie che arrivano dall'altra parte dell'oceano, il sindacato che tutela gli interpreti in protesta, il Sag-Aftra, ha detto no a "l'ultima e definitiva" proposta dei produttori, per posizioni ancora distanti su quelle che sono le principali questioni da cui è scaturita la protesta che prosegue ormai da mesi, tra cui l'intelligenza artificiale, i profitti per le opere in streaming e i salari per gli interpreti.

Lo sciopero va avanti da luglio

Ad augurarsi una risoluzione al più presto è Ted Sarandos, ceo di Netflix, che in una dichiarazione rilasciata a margine di un evento a Los Angeles fa sapere che: "Torneremo al più presto al tavolo, perché tutti vogliamo ricominciare a lavorare". Allo stato attuale non si sa quando riprenderanno i negoziati e quando si potrà giungere a una soluzione dell'impasse, sbloccato nelle scorse settimane sul fronte sceneggiatori, che avevano iniziato lo sciopero mesi prima dei colleghi interpreti, per poi riuscire a trovare una soluzione. La fase di stallo attuale per quel che riguarda le trattative è proprio quell'ultima e definitiva proposta annunciata dagli Studios, che non sembra lasciare spazio a grandi margini di trattativa rispetto a una protesta che va avanti da 116 giorni e che pare destinata a proseguire ancora a lungo, visti i presupposti. Sarà curioso capire quanto la controparte sia disposta a cedere rispetto a richieste che erano state definite "irrealistiche" dal Ceo di Disney, Bob Iger.

Capofila nella protesta era stata la presidente del SAG-AFTR, Fran Drescher, che a luglio, nell'annunciare lo sciopero, aveva dichiarato: "Questo è un momento della storia, un momento di verità: se non teniamo duro ora, saremo tutti nei guai. Stiamo tutti rischiando di essere sostituiti da macchine e grandi imprese". Lo stop, tuttavia, non fa bene a nessuna delle due parti in gioco, visto il volume d'affari e le perdite provocate da questo stop forzato. Si stima che il costo complessivo del blocco sia pari ad almeno 6,5 miliardi di dollari.

Fran Drescher, presidente del sindacato degli attori.
Fran Drescher, presidente del sindacato degli attori.

Il problema dell'intelligenza artificiale, perché gli attori protestano

Tra i temi più urgenti, quello della già citata intelligenza artificiale e di come il suo utilizzo rischi di alterare pesantemente i meccanismi di produzione e i rapporti di forza nel settore senza una precisa regolamentazione. L'allarme era arrivato quando erano emerse suggestioni di alcuni produttori che avevano proposto di scansionare il viso degli attori non protagonisti, in modo da poter riutilizzare la loro immagine quante volte è necessario, pagandoli per un solo giorno di lavoro, senza percepire compenso per le altre apparizioni. Da qui era scattato l'allarme.

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