Parthenope senza David, l’assenza di Sorrentino e le parole di Lanzetta rivelatrici: “Sorrisi davanti, coltelli alle spalle”

Nella notte dei David di Donatello, il grande assente è stato Paolo Sorrentino. Parthenope, il suo film, aveva ben 15 candidature ed è tornato a casa a mani vuote. Per fare un esempio, Berlinguer – La grande ambizione, aveva le stesse candidature del film del regista napoletano, ma è riuscito a strappare almeno due premi, uno per Elio Germano (miglior attore), un altro per il montatore Jacopo Quadri. C'erano tutti gli indizi, però, per annusare la puzza di bruciato nei confronti del film con Celeste Dalla Porta e Peppe Lanzetta.
Il grande assente Paolo Sorrentino
La prima nota stonata della serata è stata l'assenza di Paolo Sorrentino. Il regista napoletano ha scelto di non presentarsi alla cerimonia, segnalando un distacco che non è passato inosservato. Un'assenza che si era già manifestata durante l'incontro mattutino con il Presidente Sergio Mattarella, al quale avevano invece partecipato tutti gli altri candidati, da Celeste Dalla Porta allo stesso Peppe Lanzetta, entrambi in nomination rispettivamente come miglior attrice protagonista e miglior attore non protagonista.
Con la sua assenza, Sorrentino ha comunicato più di quanto avrebbe potuto dire con la sua presenza. Una delle scene più surreali della serata è stata quella della foto in alto: mentre tutti i registi finalisti appaiono in sala con le loro espressioni che rivelano la tensione del momento (il premio di miglior film, come la miglior regia, andrà a Vermiglio di Maura Delpero), la foto posata di Paolo Sorrentino, inserita meccanicamente nella grafica, diventa un momento paradossale ma molto forte sul piano comunicativo. Il contrasto tra l'immagine patinata di Sorrentino e i volti tesi dei colleghi in attesa del verdetto suggerisce, senza bisogno di altre parole, una frattura nel sistema.
La rivelazione di Peppe Lanzetta: un ambiente di falsi sorrisi

Un altro segnale rivelatore c'è stato poche ore prima della diretta di ieri, nella mattina dell'8 maggio. Peppe Lanzetta, al telefono con Radio Marte, aveva raccontato l'atmosfera che si respirava dietro le quinte dell'evento. L'attore e scrittore napoletano non ha usato mezzi termini: "Qui c'è tutto un mondo fatto di case cadute, signore che cinquant'anni fa hanno avuto una certa bellezza, che oggi ti fanno grandi sorrisi ‘Ciao, come stai, ti trovo benissimo', ma io vedevo coltelli trasparenti pronti a conficcarsi dietro le spalle. Funziona così, lo sappiamo". Parole che sembrano confermare quanto la delusione per l'esclusione di Parthenope dai premi sia stata forse "già tutta prevista", per parafrase la canzone di Cocciante che fa da colonna sonora al film. Nella sua categoria, infatti, ha vinto Francesco Di Leva con "Familia". Particolarmente grottesca è stata anche la sua esultanza, quasi come se avesse segnato un gol in uno stadio. Magari, lui, non se l'aspettava.