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Festival di Sanremo 2023

Colapesce Dimartino: “Sul palco portiamo la nostra personalità, siamo gli stessi di 10 anni fa”

Colapesce e Dimartino, nomi d’arte di Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, hanno raccontato ai microfoni di Fanpage.it il significato di Splash, il brano con cui sono in gara al Festival di Sanremo 2023.
A cura di Elisabetta Murina
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Colapesce e Dimartino hanno raccontato ai microfoni di Fanpage.it il significato di Splash, il brano con cui sono in gara al Festival di Sanremo 2023. Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino avevano già partecipato alla kermesse lo scorso anno: la loro Musica Leggerissima era diventata un vero e proprio tormentone, permettendo a un pubblico più generalista di conoscere la loro musica. La vittoria? "Non ci stiamo pensando". 

In Splash cantante: "Ma io lavoro per non stare con te, preferisco il rumore delle metro affollate". Ce lo spiegate?

Dimartino: Sono convinto che tante persone lavorano per non stare con le persone che amano. Per cui, quando abbiamo scritto questa frase, ci siamo resi conto che aveva qualcosa di universale. In generale noi partiamo sempre da una storia personale per raccontare qualcosa di universale.

Colapesce: "Ma io lavoro per non stare con te" ci ha fatto per esempio pensare a "Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare" di Tenco. Mi ricordo esattamente la prima volta che ho sentito quel pezzo, ho detto: "Ma l'ha detta veramente questa cosa o ho sentito male io?".

Dimartino: "Oppure ci ha fatto pensare a Ciampi (Piero, ndr), come "quel pugno che ti detti, è un gesto (che non mi perdono, ndr)". Sono quei tipi di autori che ti incollano, ti legano, ti dicono: "Ascoltami per 3 minuti perché ti sto dicendo una cosa che per me è molto importante".

Poi dite: "Sorrido alle Seychelles, mi annoio a Panama, la vita è un baccarat, balliamo vieni qua". Cioè?

Sull'uso di "baccarat", ci piaceva l'immagine di decadentismo massimo che questa parola ha perché ci ricorda tanto la nostra in infanzia nei paesi, quando si giocava nel periodo di Natale. Il baccarat era quel gioco un pò clandestino, dove appunto ti giocavi quei pochi spicci per passare la serata, era un pò Taormina '89.

Cosa ha cambiato "Musica Leggerissima" nel vostro percorso?

Ha cambiato moltissimo la percezione che il pubblico ha del nostro percorso. Moltissimi ci associano a un duo scoperto lì, quindi ha allargato sicuramente a un pubblico anche generalista, che in genere non ci seguiva. Ha rafforzato però anche le nostre individualità, ed è una cosa bella per un artista, ci sentiamo molto fortunati perché molti spesso per fare questo passaggio perdono la loro autenticità oppure sono vanno verso una direzione più discografica o di moda. Noi invece siamo andati su quel palco con la nostra personalità, cioè siamo gli stessi di 10 anni fa, quindi questa è una bella soddisfazione. Personalmente mi piace questa cosa.

Pensate di poter vincere questo Sanremo? 

In realtà non stiamo pensando alla vittoria, è qualcosa di molto lontano dai nostri pensieri. Se ci pensiamo, lo allontaniamo.

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