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“Una cosa viscida, ha anche delle zampe”. La scoperta disgustosa nella bevanda

Barbara, 34enne americana, stava bevendo un sorso di acqua di cocco, acquistato in una confezione di cartone, quando in bocca ha sentito qualcosa di “viscido”. Una volta aperta la confezione, ha fatto la scioccante scoperta. E da allora non si è ancora ripresa.
A cura di B. C.
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Quando Barbara Kline ha iniziato a bere la sua “bibita preferita”, l’acqua di cocco, all’interno di una confezione in cartone, ha sentito subito che qualcosa non andava. "Ho inghiottito un grosso pezzo di qualcosa, era davvero una brutta sensazione, ho sentito subito che era una cosa spessa", ha detto la 34enne di New York. Così si è decisa a tagliare la confezione in due per capire cosa nascondesse, oltre al liquido. La scoperta è stata disgustosa quanto agghiacciante: “Era qualcosa con le gambe. Era qualcosa di viscido” spiega inorridita Barbara. La donna ha pensato che potesse trattarsi di una sorta di calamaro. “Ho iniziato a vomitare. In realtà, l’ho fatto per almeno un paio di giorni consecutivamente. Poi ho sofferto di diarrea”. I fatti sono avvenuti lo scorso 25 aprile, Barbara oggi afferma ancora di stare male. Ha deciso di pubblicare le foto scattate al cartone della bevanda in questione, Vita Coco, su Facebook. Ad oggi quegli scatti sono stati visti da oltre 50mila persone. "Voglio solo delle risposte, voglio sapere cos’era quella roba” afferma la 34enne americana.

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Vita Coco ha chiesto alla donna di inviargli la sostanza per effettuare dei test e ha aperto un’inchiesta interna. Ma la società ha rifiutato qualsiasi commento sulla vicenda fin quando non sarà fatta maggior chiarezza. "Quello che la signora Kline ha trovato nel cartone è stato un incidente causale e non costituisce un rischio per la salute", ha detto un portavoce in una dichiarazione ufficiale. "Molto probabilmente il cartone deve essere stato lasciato aperto e il contenuto è stato danneggiato”. Barbara conclude: “Voglio fare chiarezza: a me non interessano i soldi. Non faccio questo per un risarcimento. Ma visto che finora non ho ricevuto le risposte che volevo, farò in modo che la società paghi”.

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