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Pizza napoletana bene dell’umanità: domani la consegna delle firme

Domani a Roma la consegna delle firme raccolte per la petizione che chiede il riconoscimento della pizza napoletana quale “bene dell’umanità”.
A cura di An. Mar.
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In quasi 30mila hanno firmato per chiedere l'inserimento della pizza napoletana nel catalogo dei beni acclamati come patrimonio dell’Umanità. La petizione era stata lanciata dall'ex ministro dell'Ambiente e dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio all'inizio di settembre su Change.org, la piattaforma di attivismo online per tutelare e promuovere il made in Italy e in poco più di un mese è stata siglata da decine di migliaia di persone. Domani, dinalmente, le firme potranno essere consegnate all'Unesco. A riceverle sarà Lucio Alberto Savoia, Ambasciatore e Segretario generale Unesco, nel corso della cerimonia di consegna prevista per le 18 a Roma, alla pizzeria Rosso Pomodoro di Largo di Torre Argentina.

Pizza bene dell'umanità: com'è nata la petizione

L'idea di chiedere ufficialmente l'inclusione della specialità partenopea nel catalogo dei beni immateriale da tutelare è partita dall'ex ministro dell'Ambiente e dell'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, che ha seguito e promosso ogni fase della campagna per la raccolta firme. Sebbene è già tutelata come “Specialità tradizionale garantita” dall’Unione europea, secondo l'ex ministro la pizza napoletana è uno di quei prodotti italiani più imitati e contraffatti nel mondo, con perdite notevoli per l'economia nazionale. “Quando ero ministro dell’Agricoltura nel 2000 – racconta – mi sorprese un dirigente italiano che lavorava a New York e mi raccontò che un suo collega americano gli aveva chiesto come si diceva “pizza” in italiano. Quando me lo riferì ritenni necessario far partire il riconoscimento della pizza come specialità europea ma volevo anche un riconoscimento a livello mondiale così nel 2006 feci partire l’idea di inserire la pizza nel Patrimonio immateriale”.

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