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“Se non ora quando?”, il 13 febbraio le donne scendono in piazza per dire “no” al modello “Ruby”

Le donne si mobilitano. Partita una campagna sul web per la “Giornata Nazionale di Mobilitazione delle Donne” prevista per il 13 febbraio a Roma ed in molte città italiane. Donne del mondo dello spettacolo, della musica, della politica e dello sport protestano contro il “modelloRuby”.
A cura di Cristian Basile
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Senonoraquandoprotesta

La situazione politica italiana appare sull’orlo del collasso trafitta da una nuova stagione di scandali e di immobilismi: da più di un mese ormai non si parla d'altro, il dibattito politico italiano ha come protagonista incontrastato il caso Ruby. Il segreteario della CEI, Monsignor Mariano Crociata, in un intervento di qualche giorno fa ha affermato riferendosi al caso Ruby ed alla questione morale: "c’è contrapposizione tra l’indignazione e la pacatezza. La pacatezza riguarda il modo di affrontare i problemi che indignano. Questi fatti ci coinvolgono, non ci vedono solo spettatori".

E spettatrici non vogliono restare delle donne che hanno organizzato per il 13 febbraio, in moltissime città italiane, una manifestazione per denunciare lo stato in cui, secondo loro, riversa la condizione femminile nell'immaginario collettivo della classe dirigente. Nel sito creato per l'occasione spiegano i motivi della loro protesta: "Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale".


"Quest'Italia non è un paese per donne. Solamente chi è fuori dalla storia può continuare a pensare che le donne corrispondano all'immaginario di vitelloni che non sono capaci né di fare l'amore, né di confrontarsi, né di lavorare al fianco e alla pari con le donne. Vi aspettiamo il 13 per dire: l'Italia è un Paese per donne"
questa è la dura denuncia in un video dell'attrice Angela Finocchiaro, una delle promotrici della manifestazione insieme a molte altre donne "famose" come Concita De Gregorio, Rosy Bindi, Miuccia Prada, Franca Rame,Sabina Guzzanti, Lidia Ravera, l'on. Pdl Giulia Bongiorno e del Pd Anna Finocchiaro, il segretario della Cgil Susanna Camusso, le attrici Margherita Buy, Laura Morante, Licia Colò, Claudia Mori insieme per ricordare che la "ricca e varia esperienza di vita" delle donne ora rischia di essere "cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità".

"Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici – si legge sul sito internet dell'iniziativa – Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l'immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione".

"Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza. Ciò non è più tollerabile" sottolinea l'appello pubblicato sul sito di "Se non ora quando?" che è diventato lo slogan principale dell'iniziativa e che riprende il titolo di un libro di Primo Levi, pubblicato nel 1982 (che racconta in forma romanzesca l'odissea di un gruppo di partigiani che, tra il 1943 e il ‘ 45, narra le drammatiche avventure di quei partigiani ebrei polacchi e russi che combatterono per sopravvivere e per sconfiggere lo strapotere della Germania).

Nel Vademecum della manifestazione le organizzatrici precisano che il loro intento non è dividere le donne in buone e cattive ma che chiedono dignità e rispetto per tutte, gelose della loro autonomia e che per questo rifiuteranno simboli politici o sindacali.

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