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Scuola, la sentenza del Consiglio di Stato: sì al panino portato da casa

A scuola è possibile portare cibo da casa: dopo il Tar, arriva anche l’ok del Consiglio di Stato che si esprime sulla libertà del pranzo alternativo a quello della mensa pubblica, facendo perdere all’amministrazione di Benevento la cosiddetta “guerra del panino”, vietato con un regolamento. L’avvocato: “Questa sentenza è destinata ad avere un respiro nazionale”.
A cura di Susanna Picone
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Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha dato ragione ai genitori che avevano fatto ricorso contro il regolamento con cui il Comune di Benevento, guidato dal sindaco Clemente Mastella, vietava il consumo a scuola di cibi portati da casa e imponeva la mensa pubblica nelle scuole della città. Per la prima volta i supremi giudici amministrativi si esprimono sulla libertà di portare il pasto da casa nelle scuole pubbliche. La sentenza del Consiglio di Stato riguarda il ricorso in appello proposto dal Comune di Benevento dopo la sentenza del Tar della Campania che aveva annullato il regolamento voluto dalla giunta comunale. “Nel merito l'appello è infondato”, si legge nella sentenza pubblicata il 3 settembre dal Consiglio di Stato.  Secondo i giudici il regolamento impugnato “presenta plurimi profili di illegittimità, già evidenziati dalla sentenza appellata, che merita di essere confermata”.

Sentenza "ha respiro nazionale" – Secondo i giudici, inoltre, “la scelta restrittiva radicale del Comune limita una naturale facoltà dell'individuo – afferente alla sua libertà personale – e, se minore, della famiglia mediante i genitori, vale a dire la scelta alimentare, che è per sua natura e in principio libera, e si esplica vuoi all'interno delle mura domestiche vuoi al loro esterno”. E ancora, secondo i giudici, il regolamento “interferisce con la circolare del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur) 348 del 3 marzo 2017, rivolta ai direttori degli Uffici scolastici regionali”, che in attesa della pronuncia della Corte di Cassazione innanzi alla quale sono pendenti alcuni ricorsi proposti dallo stesso Miur contro le pronunce dei giudici di merito ha, “nelle more, confermato la possibilità di consumare cibi portati da casa, dettando alcune regole igieniche ed invitando i dirigenti scolastici ad adottare una serie di consequenziali cautele e precauzioni”. Secondo l’avvocato Giorgio Vecchione la sentenza ha “respiro nazionale e dovrà orientare le scelte di dirigenti scolastici ed amministratori locali” unitamente “alla consolidata giurisprudenza civile ed amministrativa che si è già formata”.

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