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Romano nuovo ministro dell’Agricoltura. I dubbi di Napolitano

Il mini-rimpasto annunciato qualche giorno fa da Silvio Berlusconi alla fine c’è stato ed oggi ha giurato come Ministro delle Politiche Agricole, il Responsabile Saverio Romano. Il Presidente della Repubblica ha però espresso riserve politico-istituzionali su Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Polemica anche l’opposizione.
A cura di Cristian Basile
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Saverio-Romano

*** Aggiornamento: tutte le vicende giudiziarie legate a Francesco Saverio Romano si sono concluse con archiviazione o assoluzione. 

Alla fine il mini-rimpasto annunciato qualche giorno fa da Silvio Berlusconi è andato in porto ed oggi Saverio Romano, leader del gruppo dei Responsabili che assicura al governo la maggioranza alla Camera, ha giurato al Quirinale come nuovo ministro delle Politiche Agricole sostituendo Giancarlo Galan che, dopo le dimissioni di Bondi, è stato spostato al ministero dei Beni culturali. La nomina di Romano però, seppur non abbia nessun impedimento di natura giuridica o formale, si è scontrata con la perplessità del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha espresso le proprie "riserve poltico-istituzionali" sul neoministro che è sotto inchiesta a Palermo. Una nota del Colle spiega che:

"Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell'onorevole Romano a ministro dell'Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni. A seguito della odierna formalizzazione della proposta da parte del presidente del consiglio, il presidente della Repubblica ha proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego. Egli ha in pari tempo auspicato che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l'effettiva posizione del ministro".

Ieri il Giornale di Sicilia ha rivelato che il gip di Palermo Giuliano Castiglia non avrebbe archiviato l'inchiesta che vede il neoministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e sul quale pende anche, dopo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo). Per questo motivo protestano contro la nomina di Romano,  l'IDV ed il PD.

Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, ha dichiarato in una nota: "Romano ministro? Almeno Berlusconi la smetta di forzare la mano al Presidente della Repubblica e abbia il pudore di aspettare la decisione del gip, dal momento che, secondo informazioni di stampa, l’aspirante ministro dell’agricoltura sarebbe coinvolto in un’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa".  "Della serie – continua Borghesi – se non sono indagati non li vogliamo. Questo governo ha davvero toccato il fondo".

Per il Partito Democratico invece i componenti di Iniziativa Responsabile avrebbero in qualche modo legato la loro partecipazione al voto nella giunta per le autorizzazioni sul caso Ruby al Ministero di Romano. Stamattina infatti in Giunta per le Autorizzazioni della Camera, convocata per votare la richiesta della maggioranza di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro i giudici di Milano che hanno rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per il caso Ruby, la maggioranza aveva un voto in meno rispetto all'opposizione a causa dell'assenza dei due "Reponsabili", Elio Belcastro e Bruno Cesario.

Secondo l'opposizione i due si sarebbero uniti alla maggioranza solo quando c'è stato via libera da Palazzo Chigi alla nomina del "Responsabile" Saverio Romano a ministro dell’Agricoltura. Il capogruppo del Pd nella Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera, Marilena Samperi ha dichiarato: "Ancora una volta la ragione è stata battuta dalla forza dei numeri, ma questa volta solo per un soffio. I due membri della giunta che fanno capo ai Responsabili sono stati assenti per tutta la seduta e si sono improvvisamente materializzati non appena è stata trasmessa la notizia dell'imminente nomina di Romano a capo del ministero dell'Agricoltura. L'affaire Ruby, già torbido e mortificante, si arricchisce di elementi inquietanti che non fanno certo bene alle istituzioni e avvalorano la tesi di un Presidente del Consiglio ricattato".

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