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Vandalizzato Casale Garibaldi: “Non volevano rubare, ennesimo atto intimidatorio contro di noi”

Dal 2018 gli attivisti di Casale Garibaldi hanno a che fare con atti intimidatori nei loro confronti. “Sono partiti staccandoci i manifesti, per poi ricoprire i murales di scritte fasciste e lanciarci le pietre alle finestre. È stata una guerra a bassa intensità che piano piano ha avuto la sua escalation”.
A cura di Natascia Grbic
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Sono entrati poco dopo l'alba, devastando ogni cosa. Finestre, porte, tavoli, wifi, librerie: hanno distrutto tutto aiutandosi con un'estintore, che hanno poi svuotato al primo piano e gettato nel giardino. Hanno strappato i manifesti, accanendosi – e probabilmente non è un caso – su quelli del 25 aprile. Quando gli attivisti del Casale Garibaldi, spazio sociale e di mutualismo che si trova tra Prenestino e Centocelle, hanno aperto la porta questa mattina, si sono trovati davanti una scena che non avrebbero voluto vedere. "Non sono entrati per rubare – ci spiegano – è stata pura devastazione".

Quello di stamattina al Casale Garibaldi è l'ennesimo atto di intimidazione ricevuto da qualche anno a questa parte. A scoprire quanto accaduto, un ragazzo che era andato ad aprire lo spazio per consentire lo svolgimento giornaliero delle attività e dei laboratori. Da sotto la porta usciva ancora il fumo dell'estintore, segno che gli atti vandalici erano stati compiuti da poco. "Dal 2018 abbiamo subito vari danneggiamenti – dichiarano gli attivisti, raggiunti telefonicamente da Fanpage.it – Sono stati episodi graduali, sono partiti staccandoci i manifesti, per poi scavalcare il cancello per ricoprire i murales di scritte fasciste e lanciarci le pietre alle finestre. È stata una guerra a bassa intensità che piano piano ha avuto la sua escalation, fino a questa notte".

Dal 2018, il casale ha presentato un esposto e una denuncia. "Il primo risale al 2019, ed è coinvolta anche una persona che abbiamo trovato in stato alterato davanti al tubo dell'acqua tagliato pochi istanti prima mentre ci urlava che il Casale lo avrebbe chiuso con i suoi amici fascisti. Il secondo lo abbiamo fatto nel 2022 per ulteriori danneggiamenti. Nonostante le denunce, non ci hanno fatto mai sapere nulla, quindi dubitiamo che le indagini siano state poi effettivamente fatte. Dopo quest'ennesimo episodio abbiamo intenzione di chiedere conto non solo dei prossimi passaggi, ma anche degli esposti che abbiamo presentato in passato. Anche perché la burocrazia quando vuole sa essere molto solerte: tempo fa avevamo montato un paravento con le rotelle per proteggere le persone che cucinano dalle intemperie. Nemmeno tre giorni dopo ci è arrivata la visita dei vigili urbani per presunto abuso edilizio. Una velocità impressionante per una banale copertura mobile, che non c'è stata per le nostre denunce".

Casale Garibaldi è uno di quei tanti spazi sociali che a Roma organizzano eventi e iniziative, laboratori, corsi e attività per il quartiere. Ospita la sede del sindacato Clap, dove vengono ricevuti lavoratori in difficoltà, ma si può anche andare per prendere un caffè nel giardino oppure per lavorare e studiare, usufruendo del wifi messo a disposizione. Dal 2017 è scaduta la convenzione, ma gli attivisti hanno continuato a mandare avanti il posto. "Ci siamo presi la responsabilità di rimanere dentro ed evitare che questo spazio finisse devastato come è successo a tutti quelli fuori convenzione, lasciati all'abbandono e mai messi a bando. Mentre da una parte avevamo la politica che ci diceva di rimanere all'interno, rassicurandoci, dall'altra gli uffici amministrativi continuavano a inviare lettere di sgombero e ingiunzioni fiscali. Una situazione surreale che va avanti da parecchio tempo. Soprattutto da parte della destra c'è stata una campagna politica contro il Casale Garibaldi, che si è esasperata nel corso degli anni".

Al momento non si sa chi questa mattina è entrato al Casale Garibaldi, devastandone i locali. "Non pensiamo che dietro ci sia la mano di gruppi neofascisti organizzati – concludono – ma sicuramente si tratta di qualche persona che fa riferimento a quelle pratiche e a quelle idee, e che a seguito di una nottata particolare ha deciso di entrare in azione. Stiamo chiamando tutta la città alla mobilitazione, domani l'evento del mercato è confermato perché è importante ripartire. Questo è stato un attacco a un'idea di città oltre che a uno spazio in particolare".

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