Una paziente del chirurgo indagato: “Operava a casa, diceva di essere attrezzato per le emergenze”

La donna racconta di essersi rivolta al chirurgo, oggi indagato, diversi anni fa sempre per una liposuzione. A Fanpage.it racconta di essere stata operata nello stesso appartamento ora posto sotto sequestro dopo la morte di Ana Sergia Alcivar Chence.
A cura di Simona Berterame
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Il chirurgo José Lizarraga Picciotti (Foto Instagram)
Il chirurgo José Lizarraga Picciotti (Foto Instagram)

Parla una paziente del chirurgo Jose Lizarraga Picciotti il medico chirurgo indagato per la morte di  Ana Sergia Alcivar Chence dopo una liposuzione. Si chiama Giulia ed ha più o meno la stessa età della donna ecuadoregna e  esidente a Genova, morta sabato pomeriggio dopo l'intervento.

L'incontro

Giulia (nome di fantasia ndr.) accetta di raccontarci la sua esperienza con il dottore finito sotto inchiesta per il decesso di una sua paziente. Il primo incontro tra i due risale a più di 20 anni fa, quando un amico in comune consiglia il chirurgo peruviano a Giulia. "Lizarraga mi aveva garantito che la struttura era attrezzata anche per le emergenze, all’epoca mi disse questo". Eppure, stando al racconto di Giulia, l'intervento sarebbe avvenuto non in una clinica ma nell'appartamento di via Francesco Roncati posto sotto sequestro. L'intervento viene concluso senza nessuna complicazione e negli anni Giulia tornerà da lui per effettuare punture di botox e altri piccoli ritocchini.

Giulia non poteva credere ai suoi occhi quando ha iniziato a leggere il nome del chirurgo Lizzaraga su tutti i giornali. "Mi dispiace, è gravissimo quello che è accaduto. Forse ha alzavo troppo l'asticella e ha sbagliato".

Le altre denunce

Il nome del chirurgo Picciotti, medico peruviano e ristoratore, era già finito nelle carte giudiziarie dei tribunali. Già nel 2006 Emini Gercaniu racconta di averlo denunciato, sempre le conseguenze di una liposuzione. Emini racconta di essersi risvegliata in condizioni gravissime dopo la liposuzione. Dolori ovunque e febbre a quaranta. Ma il dottor Picciotti, secondo il suo racconto, non avrebbe voluto portarla subito in ospedale. La donna sarebbe stata accompagnata all'ospedale San Filippo Neri solo alcuni giorni dopo, in condizioni disperate. Dopo una lunga degenza in ospedale, la donna decide di denunciare Lizarraga. In primo grado il chirurgo viene condannato a quattro mesi, prescritti poi in appello e in sede civile riceve invece una condanna di risarcimento pari a 200mila euro.

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