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Uccisa per sbaglio durante una sparatoria a Roma, al via il processo per la morte di Caterina Ciurleo

Al via il processo per l’omicidio di Caterina Ciurleo, l’82enne colpita per errore durante una sparatoria fra pusher mentre si trovava in auto con un’amica.
A cura di Beatrice Tominic
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Caterina Ciurleo
Caterina Ciurleo

Al via il processo per la morte di Caterina Ciurleo, l'ottantunenne colpita da una pallottola vagante durante una sparatoria in zona Ponte di Nona e uccisa per sbaglio nel maggio del 2024. Al banco degli imputati tre persone: i due  esecutori materiali, Adrian Ionita e Mirko Infante Guidom, e Dante Spinelli, 29 anni, ritenuto dagli inquirenti il mandante dell'agguato.

L'ottantaduenne è stata colpita mentre si trovava seduta al lato passeggero di una Smart guidata da un'amica quando il proiettile l'ha raggiunta e colpita per errore. Lo sparo è partito da un'automobile in corsa che si è affiancata e poi è fuggita, ha attraversato il bagagliaio della macchina e poi il sedile.

Il processo per la morte di Caterina Ciurleo

Nella giornata di oggi, lunedì 13 ottobre, i giudici della Corte d'Assise di Roma hanno respinto le eccezioni presentate dalle difese che avevano chiesto il ritorno degli atti al gup e l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi con la quale, invece, gli imputati avrebbero potuto chiedere il rito abbreviato.

Davanti a Carlo Villani, pm della Dda, che si è occupato di svolgere le indagini insieme alla Squadra Mobile, è stata fissata la prima udienza, il prossimo 20 novembre. Nel primo appuntamento del processo verrà mostrato il video della sparatoria, ripresa dalle telecamere di sorveglianza.

La sparatoria davanti al centro commerciale: cosa è successo

I fatti, come anticipato, risalgono al maggio 2024 quando Caterina Ciurleo si trovava in automobile con un'amica a pochi passi da un centro commerciale della zona. Come hanno poi ricostruito le indagini, i colpi di arma da fuoco sono partiti durante una sparatoria fra pusher. Ma uno sparo, per errore, ha ucciso l'ottantaduenne. "Hanno preso la vecchia", si sente dire in alcune intercettazione fra i giovani coinvolti, oltre a parole di rispetto e ammirazione nei confronti di personalità criminali come Matteo Messina Denaro o Totò Riina.

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