Uccide benzinaio ad Ardea, il 18enne accusato di omicidio: “Non volevo, ho scoperto della morte sul web”

"Non volevo ucciderlo, ve lo giuro. Quando sono scappato, lui era ancora in piedi". Queste le parole del diciottenne Marco Adamo accusato di omicidio volontario e rapina aggravati. È stato lui stesso a confessare di aver ucciso il benzinaio Nahid Miah nei martedì scorso ad Ardea, nel litorale sud della capitale, mentre si trovava al lavoro nella sua area di servizio Toil, in viale delle Pinete, a Tor San Lorenzo. Ora il giovane si trova in carcere a Velletri, è assistito dall'avvocato Paolo Tosi. "Ho saputo della sue morte su internet", ha poi aggiunto il diciottenne.
L'omicidio di Nahid Miah alla pompa di benzina
Nahid Miah è stato ucciso martedì scorso. Si trovava al lavoro, alla pompa di benzina, quando è stato rapinato e ucciso con una coltellata al torace. Dopo aver vissuto a Roma, da quattro anni si era stabilito ad Ardea e lavorava come benzinaio. Viveva a Tor San Lorenzo insieme alla famiglia, la moglie e i due bambini.
"Non lo perdono, ci ha rovinato la vita – sono le parole di Rita, la moglie di Miah a il Corriere della Sera – Non aveva paura di andare a lavorare nonostante i rischi. Avrebbe potuto ferirlo a una mano, a un piede. Prendere i soldi e scappare. Ma lo ha ucciso. Ora voglio giustizia. Lo devo anche ai miei figli".

La confessione e l'arresto del diciottenne per omicidio
Si stava nascondendo in un appartamento disabitato della sua famiglia a Cisterna di Latina, quando i carabinieri della compagnia di Anzio e del Gruppo di Frascati, coordinati dalla Procura di Velletri, lo hanno rintracciato. I militari sono riusciti a risalire alla sua identità dopo aver ricostruito, nel corso di serrate indagini, il percorso effettuato dalla moto, una Bmw GS 650 bianca, rubata due giorni prima a Roma e dalla rete di relazioni del giovane. Sono stati tre amici del giovane, estranei ai fatti, a rubare la moto nel quartiere Garbatella, a Roma e a consegnarla al ragazzo.
Cosa è successo alla pompa di benzina: l'omicidio per 570 euro e la moto bruciata

Una volta rintracciato, Marco Adamo ha confessato e ha accompagnato i carabinieri nelle campagne di Tor San Lorenzo dove ha dato fuoco alla moto e abbandonato il casco e gli indumenti neri ripresi dalle videocamere di sorveglianza dell'area di servizio e soprattutto, il coltello, ancora sporco di sangue.
Gli spostamenti del giovane sono stati ricostruiti anche grazie al confronto con le celle telefoniche del suo cellulare nei giorni scorsi, prima e dopo l'omicidio. Il movente, secondo le ricostruzioni, sarebbe la rapina di 570 euro. Miah ha reagito e il diciottenne gli ha sferrato la coltellata scappando immediatamente. "Quando sono andato via era ancora in piedi", ha spiegato il giovane. Poco dopo la sua fuga, però, il trentaseienne ha barcollato per qualche metro ed è finito a terra, con un'emorragia interna che si è rivelata fatale.