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Turni di 14 ore, paghe da fame e alto rischio di farsi male: così operai lavoravano a Torpignattara

Senza alcuna sicurezza né tutela, costretti a turni di 14 ore, con paga da fame in locali insalubri. Queste le condizioni in cui cinque operai erano costretti a lavorare in un edificio di Torpignattara.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio (La Presse)
Immagine di repertorio (La Presse)

Turni di lavoro fino a quattordici ore al giorno, senza riposo settimanale né ferie e privati di qualunque misura di sicurezza. Erano le condizioni nelle quali si trovavano costretti a lavorare cinque operai tessili in un edificio in zona Torpignattara a Roma. Si tratta di tre uomini e due donne, quattro cinesi e un cittadino del Bangladesh, vittime di sfruttamento e caporalato. A finire in arresto tre persone, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. A raggiungerli un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminare del Tribunale di Roma su richiesta della Procura. Il provvedimento è scattato a seguito delle indagini condotte dai carabinieri dell'Ispettorato del lavoro e dei Comando provinciale di Roma insieme agli agenti della polizia locale di Roma Capitale dell'Unità operativa V Gruppo Prenestino. L'edificio è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Operai in locali malsani e con paghe da fame

Come riscostruito in sede d'indagine i controlli sono partiti dal sospetto da parte degli agenti della polizia locale, i quali si sono insospettiti notando una strana attività all'interno di un edificio della periferia Est della Capitale. I vigili hanno scoperto che dentro c'erano operai stranieri, che lavoravano all'interno di locali stretti e malsani. Piccole stanze nelle quali, oltre che lavorare dalle 9 a mezzanotte, preparavano i pasti e mangiavano. Le paghe erano da fame, meno della metà di quanto avrebbero dovuto ricevere per legge.

Non avevano dispositivi di sicurezza per dita e occhi

A ciò si aggiungeva che venivano pagati in nero, non avevano alcuna tutela in caso di malattia o infortunio, né versavano contributi. I lavoratori non erano messi nelle condizioni di operare in sicurezza, perché non avevano dispositivi di protezione individuale per dita e occhi. Non erano inoltre stati formati sui rischi per la salute, né sapevano in cosa incorrevano per il fatto di non essere sottoposti a periodiche visite mediche. Durante le perquisizioni militari e agenti hanno trovato 88 mila euro in contanti e una banconota falsa da 100 euro, oltre a documentazione utile alle indagini.

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